Ukraina, Orlando, Parigi: un fil rouge? – by Marco Lombardi

Tre eventi lontani nello spazio. certamente indipendenti l’uno dall’altro?

Il 6 giugno si apprende che già il 21 maggio è stato arrestato il francese Grégoire Moutaux, legato alla destra francese, con un arsenale di 5 kalashnikov, più di 5.000 proiettili, due lanciagranate anticarro, 125 chilogrammi di tritolo e 100 detonatori. L’arresto segue indagini di mesi condotte dalla intelligence di Kiev che è certa che Grégoire stesse progettando attacchi agli europei di Francia. Ne sono meno convinte le autorità parigine, ma diciamo che ciascuno ha i suoi interessi di sostenere versioni contrastanti: da una parte chi sottolinea i legami filo russi dell’indagato dall’altra chi vuole abbassare l’allarme sul torneo. Certo è che l’arsenale è assai rilevante e sembra presupporre una iniziativa in grande stile che, se così fosse, sarebbe stata bloccata.

Omar Mateen è il protagonista della strage di Orlando, rivendicata da Daesh (con comunicati in arabo, inglese e francese) e problematica nella analisi oggettiva della paternità. Ma evidentemente generata all’interno di un contesto di azione solitaria, da lone wolf, funzionale alla campagna di terrore. L’autore era stato attenzionato da FBI nel 2013 e nel 2014 per supposte simpatie jihadiste.

Larossi Abballa ha appena ammazzato due poliziotti a Parigi: era già stato in carcere per tre anni nel 2013 perché membro di una rete jihadista tra la Francia e il Pakistan. Per ora quello che è certo è che il successo mediatico dell’operazione, e un nuovo duro colpo alla Francia.

In nota aggiungiamo che gli ultimi due casi evidenziano ancora una insufficiente comprensione del fenomeno da parte delle polizie, incapaci a cogliere i segnali deboli della radicalizzazione. Difficile e problematico, ovviamente, ma un tema da affrontare con urgenza.

Agli eventi si aggiunge la pubblicistica del terrorismo via Inspire e Dabiq promossa nel mese di maggio, quasi ad avviare il Ramadan di giugno. Come già scritto Inspire  che mette in relazione i disastri naturali quali punizione divina contro gli infedeli e gli attacchi del terrorismo: una possibile collocazione di Mateen, che agisce per ristabilire “regole naturali”. Lo stesso magazine si intitola “Professional assassination”, e suggerisce come portare a termine una “home assassination”, in linea con le modalità della esecuzione di Abballa. Contemporaneamente è aumentata l’insistenza sulla necessità di agire come “lupi solitari” e compaiono diverse immagini sui social  (rilanciate questa mattina) che ricordano che “A kafir and a believer who killed him will never be gathered together in hell” firmata “Just Kill One” e “this month is ‘pride  month’. Plenty of sodomites walking aroud out in the open. Pick a target and start shooting”. Inviti che si possono collegare per modus operandi e target a quanto accaduto.

E’ presto per parlare di un fil rouge tra questi eventi, ma quasi sembra che in mancanza della possibilità di attivare un attacco unico rilevante, il terrorismo stia mobilitandosi con micro-attacchi molto difficili da prevedere, rischiosi per il potenziale imitativo che contengono, destabilizzanti nella misura in cui inanellano maglie della medesima catena. Una sorta di Tasbeeh (rosario) di sangue per il Ramadan?

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