Tag Archives: Terrorism

20Nov/14

La strategia comunicativa di IS evolve: Cantlie, Kassig e ora la chiamata dei francesi – by Marco Lombardi

La comunicazione di IS è sempre più strategica e ben condotta: di certo tra le miglia di combattenti occidentali di IS c’è qualcuno che si è formato nelle nostre università e nel Califfato non ha imbracciato l’AK47, ma utilizza gli strumenti per la post-produzione video.

E’ di ieri, 19 novembre, l’ultimo anello della catena.

Una delle major di IS, al-Hayat Media Center, ha lanciato via social un video di 7 minuti e 19 secondi intitolato “Cosa state aspettando” in cui sono protagonisti Abu Osama al-Faranci, Abu Maryam al-Faranci e Abu Salman al-Faranci: come si evince dal nome sono tre francesi che in lingua francese (ma con sottotioli in arabo e inglese) chiamano alla guerra giovani occidentali. “Ci sono a disposizione armi e automezzi e bersagli pronti per essere colpiti. C’è anche il veleno a disposizione, per avvelenare l’acqua e il cibo dei nemici di Allah. Uccideteli e sputagli in faccia e schiacciateli con le vostre automobili” proclama l’anchorman rivolgendosi ai giovani francesi.

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18Nov/14

Foreign Fighters – Combattenti stranieri per ISIS e “tagliatori di teste” – By Marco Lombardi

Come spesso accade intorno a IS c’è scalpore e sorpresa: ingiustificata.

IS sta perseguendo i propri obiettivi secondo una strategia arguta e lineare, in cui combattimento, assassinio di massa, comunicazione, azione economica e politica convergono nel progetto di costituzione dello Stato Islamico. L’impiego dei combattenti stranieri si colloca in questo puzzle che non può stupire in quanto il disegno è evidente.

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10Nov/14

La schiavitù e IS – by Marco Lombardi e Alessandro Burato

Dabiq è il magazine pubblicato da IS in cui si danno indirizzi religiosi, politici e strategici del Califfato. Sull’ultimo numero di Dabiq, a pagina 14, comincia un lungo articolo che giustifica la schiavitù delle donne catturate concludendo che “Prima che Shaytān riveli i suoi dubbi alle menti e ai cuori deboli, uno dovrebbe ricordarsi che rendere schiave le famiglie dei kuffār e prendere le loro donne come concubine è un aspetto fortemente riconosciuto dalla Sharī’ah.Se uno la rifiuta o la deride, è come se rifiutasse o deridesse i versi del Qur’ān e le narrazioni del Protefa (che la pace sia con lui) e quindi rifiutase l’Islam. In fine, un numero di studiosi contemporanei ha detto che l’abbandono della schiavitù ha comportato un aumento della fāhishah (adulterio, fornicazione, ecc.), perché la Sharī’ah  non prevede alcuna alternativa al matrimonio, quindi un uomo che non può permettersi il matrimonio con una donna libera si trova circondato dalla tentazione del peccato. In aggiunta, molte famiglie musulmane che impiegano domestiche per i lavori di casa, affrontano la tentazione di una proibita intimità e la conseguente zinā tra l’uomo e la domestica. Qualora questa fosse sua concubina la relazione sarebbe legale. Queste ancora sono le conseguenze dell’abbandono della jihād.”

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06Ott/14

Oggi è caduta Ayn al-Arab: Kobanê – by MarcoLombardi

Oggi è caduta Ayn al-Arab, la “Primavera degli Arabi”, quella che i media chiamano alla curda Kobanê, nel governatorato di Aleppo in Siria, nell’area di controllo di IS, dove Emirato di Aleppo e Califfato si confondono. Il fatto è che Kobanê è sul confine turco, dal quale si godeva fino a poco fa lo spettacolo dei combattimenti, tra i carri turchi schierati e le truppe impegnate ad allontanare i curiosi, i fuggitivi e coloro i quali – curdi – volevano recarsi a combattere nella città.

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30Set/14

Cantlie: un altro anello della comunicazione di IS – by Marco Lombardi

IS infila un altro anello della sua lunga collana di perle nel progetto di comunicazione strategica: John Cantlie compare in video per il suo terzo annuncio. Cantlie è nelle mani di IS dal 22 novembre 2012, quando venne rapito con il povero Foley. Aveva già sperimentato un breve rapimento – una settimana – nel luglio dello stesso anno. La seconda volta è diventato un prigioniero a lungo termine, scelto come anchorman della comunicazione di IS all’Occidente.

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19Set/14

18/09/2014: l’Australia arresta! – by Matteo Vergani

Il 18 settembre 2014 l’Australia si è svegliata con la notizia della più grande operazione anti-terrorismo mai condotta nel paese. Oltre 800 poliziotti hanno condotto una operazione sicronizzata all’alba in diversi quartieri di Sydney e in tre luoghi del Queensland (Brisbane, Logan e Underwood), al termine della quale 15 persone sono state arrestate a Syndey. Continue reading

15Set/14

Social liberi. Quale spazio al terrore? – by Alessandro Burato

Dopo la brutale esecuzione del britannico Haines si riaprirà la discussione, accesasi alcune settimane fa e che continua tutt’ora, circa la legittimità e l’efficacia della decisione di Twitter, e successivamente di Facebook, di non permettere la pubblicazione dei video delle decapitazioni dei giornalisti americani ad opera di IS. Decisione che è rimbalzata su tutti i siti d’informazione e testate giornalistiche è stata amplificata dai Social Network come l’annosa questione della libertà di espressione attraverso questi ultimi.

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01Set/14

Il “lato oscuro” della resilienza: il terrorismo fra processi di creatività e adattamento – by Barbara Lucini

Le nuove ondate del terrorismo islamico, che tengono alta l’attenzione internazionale da più di due mesi sono una drammatica dimostrazione di come le organizzazioni criminali possano affinare sempre più mezzi, strumenti e modalità di comunicazione e reclutamento per commettere le loro attività terroristiche ed imporsi sullo scenario politico mondiale.Tutto questo è strettamente connesso a peculiari dinamiche di resilienza e capacità di organizzazione, che spesso vengono poco considerate.

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