In questi giorni si parla molto del sostegno dell’Ucraina e della Francia ai gruppi jihadisti in Mali e dintorni. Diversi quotidiani italiani hanno rilanciato queste narrative.
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Il Mali e la Francia mai così distanti – by Luca Cinciripini
Il 31 gennaio la giunta militare di Bamako ha espulso l’ambasciatore francese dal Paese, concedendogli 72 ore di tempo per lasciare il Mali.[1] La clamorosa decisione è stata motivata come reazione alle parole del Ministro degli Esteri francese Le Drian, che la scorsa settimana aveva definito la giunta militare “illegittima” e “fuori controllo”.[2] Continue reading
Sahel, Mali, Ciad, CAR: Cina e Russia si mangiano l’Europa al desco africano – by Marco Lombardi
Stili diversi, ma grande efficacia nel raggiungere l’obiettivo di rischierarsi nella guerra ibrida in corso, massimizzando il vantaggio. Così Cina e Russia stanno scalzando ogni competitor dalla tavola da gioco globale. Continue reading
Resort Le Campement in Mali: ancora il turismo nel mirino del jihad – by Marco Maiolino
Domenica scorsa, 18 giugno, un commando di miliziani jihadisti ha attaccato il resort Le Campement in Mali – struttura alberghiera di lusso di Dougourakoro, località situata a circa 30 minuti a sud-est della capitale Bamako – prendendo decine di ostaggi e uccidendo 4 persone. Durante la consecutiva operazione di contro-terrorismo per la liberazione del resort dalla minaccia, le forze speciali maliane e francesi hanno liberato 60 persone (delle quali almeno 13 cittadini transalpini), eliminato 4 assalitori ed arrestato altri 5. Alcuni membri del commando risultano essere tuttora in fuga. Continue reading
L’attacco continua: Mali, luxury Hotel di Bamako – by Marco Maiolino e Alessandro Burato
Al-Mourabitoun, gruppo di jihadisti maliani definito dai media come alleato di AQ, ha rivendicato via Twitter l’attacco di oggi al luxury hotel della capitale maliana, Bamako, che ha causato la morte di 27 persone. Un commando di apparentemente 10 miliziani islamisti ha tenuto impegnate le forze speciali USA, maliane, francesi e una peacekeeping force delle Nazioni Unite per diverse ore. I combattenti hanno setacciato la struttura “piano per piano, camera per camera” alla ricerca di ostaggi (circa 170 persone, tra cui molti stranieri: Francesi, Belga, Cinesi, Americani, Turchi ecc.) Continue reading