Tag Archives: ISIS

01Set/14

Abu Hussain al-Britani in Iraq per la Cyber-jihad by Gabriele Barni

Era il 30 giugno 2012 quando il quotidiano The Sun da la notizia che l’account gmail personale di Katy Kay (special advisor del ex primo ministro Tony Blair) è stato compromesso da “TriCk” nickname online di Junaid Hussain- classe 1994 (18 anni appena compiuti) – crew member di “TeaMp0isoN” . Inseguito alla compromissione dell’account email,  Il diciottenne divulga online i contatti trovati nella rubrica appartenenti a Blair, sorella, cognata e di altri membri del parlamento inglese… Il 27 luglio Junaid viene rinchiuso per sei mesi in carcere. Ma oltre quel colpo davvero “fortunato” la sua crew si è sempre solo limitata a tentare di crackare siti istituzionali come quelli della NATO e utilizzare rudimentali tecniche di phreaking volte a saturare con “scherzi telefonici” le linee del centralino anti-terrorismo del mi-6 (audio di un scherzo telefonico). Questo spavaldo modus-operandi presto ha portato all’arresto anche del resto dei componenti del gruppo , quindi la fine di TeaMp0isoN.

Uscito di prigione sotto cauzione, da Birmingham “TriCk” riesce a scappare in Siria con l’intento di offrire il suo know-how alla cyber-jihad. Continue reading

30Ago/14

Jihad e propaganda. L’esperto: l’Is abile a manipolare i media – Marco Lombardi a Radio Vaticana

Non si arresta la battaglia in Siria, Iraq e Libia contro i gruppi jihadisti del sedicente Stato Islamico. Senza sosta, in tutto il mondo, il reclutamento dei terroristi, mentre sui media continuano rimbalzare le immagini choc della propaganda jihadista. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Marco Lombardi, professore di Sociologia e comunicazione presso l’Università Cattolica e direttore del centro per lo studio del terrorismo dell’ateneo milanese.

Il testo trascritto alla pagina di Radio Vaticana.

 

29Ago/14

The Australian counter-measures to the Islamic State challenge – by Matteo Vergani

The Islamic State allure reached as far as Australia, as demonstrated by the intensity of the public discussion on the issue in the Australian media[1]. The Australian authorities not only fear that young people (a few converts but mainly Muslim immigrants and second-third generations) could answer the call and go to fight with IS, but also that the returnees with Australian passport could come back radicalized from the war and perpetrate a terrorist attack on Australian soil. ASIO (the Australian intelligence service) estimates that about 60 Australians are fighting in Syria and Iraq, 15 have died there (2 of which as suicide bombers), and tens have already returned.

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28Ago/14

Let’s do something before terrorist narrative becomes a bestseller – by Alessandro Burato

Once upon a time, there was an exotic land surrounded by mystery and ancient stories. That was the land of Caliphs, the land of philosophers and historians, where culture, literature and faith flourished and where people lived in peace. On day, that land started being threatened: barbarian infidel invaders were trying to take it and to subvert its status. So a man, a brave man, step up to fight against them. He put together an army of fighters, as brave as him, to defeat the invaders and to restore the original peace. After unrestrained battles he eventually won the war and achieved his aim: green fields and no more cruelty on his land where people could live their daily life in peace.

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27Ago/14

Jihad, l’esperto di media: “Rap tra forme di comunicazione per fare proselitismo”

Intervista di Marco Lombardi a Il fatto Quotidiano, il 27 agosto 2014: cliccare per ascoltare l’intervista: “Evidentemente non è che sono i rapper degli jiahdisti – dice Lombardi –, ma è quel tipo di musica che può facilmente veicolare un certo tipo di messaggio, all’interno di un ben determinato ceto sociale”. “Togliamoci dalla mente – continua il professore di comunicazione – che abbiamo a che fare coi una comunicazione naif. I terroristi, assieme alle armi, hanno un sacco di professionalità a disposizione, comprese esperti in comunicazione”. 

26Ago/14

Isis, la denuncia: “Intelligence algerina ha identificato 130 infiltrati tra i profughi”

Intervista di Marco Lombardi a Il fatto Quotidiano, il 26 agosto 2014: cliccare per ascoltare l’intervista: “Esiste una rete collegata al terrorismo islamico che utilizza i barconi che giungono sulle nostre spiagge per introdurre in Europa persone formate dall’Isis in Siria e in Iraq con lo specifico compito di portare la Jihad in occidente“.  A sostenerlo è il professor Marco Lombardi, docente dell’Università Cattolica di Milano e coordinatore dell’istituto Itstime (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies) che cita una fonte dei servizi segreti algerini che parla “di 130 persone già schedate che avevano questo compito”.