Dopo la brutale esecuzione del britannico Haines si riaprirà la discussione, accesasi alcune settimane fa e che continua tutt’ora, circa la legittimità e l’efficacia della decisione di Twitter, e successivamente di Facebook, di non permettere la pubblicazione dei video delle decapitazioni dei giornalisti americani ad opera di IS. Decisione che è rimbalzata su tutti i siti d’informazione e testate giornalistiche è stata amplificata dai Social Network come l’annosa questione della libertà di espressione attraverso questi ultimi.
Tag Archives: IS
11 Settembre: le eredità di Osama – nuovo Dossier ISPI
E’ uscito il nuovo dossier di ISPI con il contributo del Prof. Marco Lombardi “Al-Qaida è morta! Viva al-Qaida”.
Jihad 3.0: i punti di forza dello Stato islamico in Iraq e in Siria. Proposte di riflessione per la NATO e la Coalizione internazionale – by Claudio Bertolotti
Il Califfato islamico, Stato Islamico, IS, ISIS o ISIL – Islamic State in Iraq and Sham (o Levant) – sebbene non riconosciuto sul piano formale è oggi, su quello sostanziale, un proto-Stato teocratico (sunnita) in fase di espansione – sia locale, sia globale – e in grado di detenere il monopolio della violenza, gestire una propria economia, amministrare la “giustizia” e offrire servizi pubblici a una popolazione stimata di circa sei milioni di abitanti, tra Iraq e Siria.
Su “Il Fatto Quotidiano” è aperto il blog di ITSTIME
ITSTIME è ospite fisso de “Il Fatto Quotidiano” con un blog dedicato in cui affronta e discute i temi del terrorismo e della sicurezza. Il blog affianca il sito istituzionale per avviare un dialogo aperto con il pubblico. Vai al blog!
Fermate lo Stato Islamico – Intervista a Marco Lombardi sulla Radio Svizzera
Il 4 settembre 2014, la trasmissione Modem della Radio della Svizzera Italiana intervista Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Erbil, e gli esperti di terrorismo Marco Lombardi e Lorenzo Vidino. Il tema della discussione è: “Fermate lo Stato Islamico”.
Donne nell’IS – by Hamed N.
Le donne non sono immuni dal jihad e dalle “sirene” di IS, spesso conducono le loro attività terroristiche coperte da pseudonimi e sempre concorrono con gli uomini per il triste primato del “chi è più spietato?”.
Un altro giornalista decapitato. Già scriveva al-Zawahiri nel 2005….. – by Marco Lombardi
La strategia del terrore attraverso le decapitazioni dei kuffar contraddistingue IS e, come già scrissi, è destinata a continuare perché è parte della sua identità, del suo brand e delle sue origini.
Jihad e propaganda. L’esperto: l’Is abile a manipolare i media – Marco Lombardi a Radio Vaticana
Non si arresta la battaglia in Siria, Iraq e Libia contro i gruppi jihadisti del sedicente Stato Islamico. Senza sosta, in tutto il mondo, il reclutamento dei terroristi, mentre sui media continuano rimbalzare le immagini choc della propaganda jihadista. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Marco Lombardi, professore di Sociologia e comunicazione presso l’Università Cattolica e direttore del centro per lo studio del terrorismo dell’ateneo milanese.
Il testo trascritto alla pagina di Radio Vaticana.
Iraq, niente di cui stupirsi – by Marco Lombardi
Pubblicato su Cattolica News il 28 agosto 2014. Dopo le macabre immagini dell’esecuzione del giornalista americano, il professor Marco Lombardi spiega che tutto si svolge secondo un copione ampiamente prevedibile, dall’atrocità all’uso della Rete da parte dell’Isis/Is: “Iraq, niente di cui stupirsi“.
Marco Lombardi a Uno Mattina
Guarda il video dell’intervista a Marco Lombardi (ITSTIME) e Stefano Silvestri (IAI) sul tema “Reclutamento dei jihadisti in Italia”
Fonte: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6f142e52-42f3-4418-8e0e-5e3bdb76b49b.html
The Australian counter-measures to the Islamic State challenge – by Matteo Vergani
The Islamic State allure reached as far as Australia, as demonstrated by the intensity of the public discussion on the issue in the Australian media[1]. The Australian authorities not only fear that young people (a few converts but mainly Muslim immigrants and second-third generations) could answer the call and go to fight with IS, but also that the returnees with Australian passport could come back radicalized from the war and perpetrate a terrorist attack on Australian soil. ASIO (the Australian intelligence service) estimates that about 60 Australians are fighting in Syria and Iraq, 15 have died there (2 of which as suicide bombers), and tens have already returned.