The Islamic State allure reached as far as Australia, as demonstrated by the intensity of the public discussion on the issue in the Australian media[1]. The Australian authorities not only fear that young people (a few converts but mainly Muslim immigrants and second-third generations) could answer the call and go to fight with IS, but also that the returnees with Australian passport could come back radicalized from the war and perpetrate a terrorist attack on Australian soil. ASIO (the Australian intelligence service) estimates that about 60 Australians are fighting in Syria and Iraq, 15 have died there (2 of which as suicide bombers), and tens have already returned.
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Jihad, l’esperto di media: “Rap tra forme di comunicazione per fare proselitismo”
Intervista di Marco Lombardi a Il fatto Quotidiano, il 27 agosto 2014: cliccare per ascoltare l’intervista: “Evidentemente non è che sono i rapper degli jiahdisti – dice Lombardi –, ma è quel tipo di musica che può facilmente veicolare un certo tipo di messaggio, all’interno di un ben determinato ceto sociale”. “Togliamoci dalla mente – continua il professore di comunicazione – che abbiamo a che fare coi una comunicazione naif. I terroristi, assieme alle armi, hanno un sacco di professionalità a disposizione, comprese esperti in comunicazione”.
Marco Lombardi su Wired: “Quello strano rapporto tra jihad, rap e video musicali“, 27 agosto 2014.
Isis, la denuncia: “Intelligence algerina ha identificato 130 infiltrati tra i profughi”
Intervista di Marco Lombardi a Il fatto Quotidiano, il 26 agosto 2014: cliccare per ascoltare l’intervista: “Esiste una rete collegata al terrorismo islamico che utilizza i barconi che giungono sulle nostre spiagge per introdurre in Europa persone formate dall’Isis in Siria e in Iraq con lo specifico compito di portare la Jihad in occidente“. A sostenerlo è il professor Marco Lombardi, docente dell’Università Cattolica di Milano e coordinatore dell’istituto Itstime (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies) che cita una fonte dei servizi segreti algerini che parla “di 130 persone già schedate che avevano questo compito”.
Marco Lombardi su RaiNews: “Brochure turistiche e comunicazione, lo “Stato islamico” e la strategia del terrore“, 26 agosto 2014. Oppure leggi il pdf dell’intervista.
Marco Lombardi su Il Fatto Quotidiano: “Emulazione e video splatter, la guerra santa spopola sul web“, 26 agosto 2014.
ISIS/IS: una questione seria e che… dura – by Marco Lombardi
L’Istituzionalizzazione di IS è un problema serio.
Poco dopo la dichiarazione di nascita del Califfato, il 29 giugno 2014, scrivevo per suggerire quanto prima un attacco militare via aria degli “alleati” a IS. Poche settimane dopo si è realizzato.
“Nessun luogo è lontano” – 22 e 24 agosto 2014
Partiamo dalla Libia, il cui spazio aereo è stato chiuso a causa dell’escalation degli scontri tra le forze dell’ex generale Khalifa Haftar e le milizie filo islamiche. Ne parliamo con la giornalista freelance Nancy Porsia. Con Roberto Aliboni, consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali. A seguire un focus sulla strategia comunicativa di Isis con Marco Lombardi, responsabile del centro di ricerca ITSTIME, e docente di Sociologia e Gestione delle crisi e dei rischi della comunicazione all’Università Cattolica di Milano. Poi andiamo in Kosovo, dove Nato e forze di sicurezza nazionali sono impegnati in un’operazione anti-terrorismo, dopo l’ondata di arresti di kosovari sospettati di essere combattenti di Isis in Siria e in Iraq. Con Nate Tabak, caporedattore di Prishtina Insight.
L’intervista a Marco Lombardi
L’intera puntata è ascoltabile qui
Marco Lombardi su La Provincia di Varese: “Non mi aspetto sconti ma un salto di qualità“, 23 agosto 2014.
Dall’Iraq alla Siria all’Iraq: ISI, ISIS/L, IS. – by Marco Lombardi
Gli eventi che squassano queste settimane di agosto trovano ragione logica e conseguente nel processo di rilancio jihadista degli ultimi due anni, con protagonista al Baghdadi e il suo ISI – ISIS/L – IS.
Intervista a Murad Karayilan – trad. di Hamed N.
Qandil, siamo nelle montagne nel Kurdistan iracheno, verso l’Iran. Questa intervista a Murad Karayilan (capo del consiglio direttivo del PKK) (foto a fianco) è stata realizzata dal giornale tedesco Der Spigel e pubblicata sul giornale kurdo Awena di Sulaimaniah (13/11/2007). Murad Karayilan: “Sia il nostro popolo sia le forze politiche nel Kurdistan iracheno devono sapere che la Turchia vuole attaccare non solo il PKK ma anche la regione federale del Kurdistan, inoltre vuole ostacolare l’annessione della città kurda di Kirkuk alla regione kurda, ciò significa che la Turchia non vuole che i kurdi abbiano una loro amministrazione autonoma e un loro sistema di governo.”
Muore anche l’Università – by Marco Lombardi
Questa mattina, 17 gennaio, la drammatica consueta abitudine induce a prestare poco orecchio alle notizie che arrivano da Baghdad e che informano del consueto macello di uomini. Senonché la strage all’Università mi richiama all’ordine, ancora per una consuetudine – che tuttavia lavora in modo apposto alla prima – la quale mi lega a colleghi e studenti di un Paese lontano in guerra, Paese che studio.