Le agenzie dei media stanno fornendo in queste ore indicazioni di un attacco condotto da un gruppo di militanti armati in un complesso universitario della città keniota di Garissa. Il presente SPOT REPORT – che è da considerarsi iniziale analisi dell’evento critico e quindi suscettibile di variazioni – si articola sui seguenti elementi essenziali di informazione:
Area obiettivo: campus universitario sito nella città di Garissa (nord est Kenya).
Il team: informazioni allo state non confermate riferiscono di una cellula composta da almeno 10 elementi che, all’atto dell’attacco, indossavano uniformi militari (tattica già utilizzata anche in altri contesti – come in Tunisia – che permette una dissimulazione che agevola la libertà di movimento), armati di armi automatiche e, secondo alcune indicazioni, anche di suicide vest.
Target: il target di opportunità è rappresentato dagli studenti cristiani presenti nel complesso universitario. Anche per questo evento e similmente a quanto avvenuto in precedenti attacchi complessi condotti da militanti violenti, si riconosce un pattern operativo che si riferisce ad un obiettivo (eminentemente un soft-target) identificabile e selezionabile, rappresentato da un sottogruppo presente nell’area obiettivo che possiede caratteristiche di appartenenza che sono richiamate nella retorica militante (etnia, religione, provenienza).
Tattiche tecniche e procedure: attacco complesso dai seguenti attributi: raid (assalto con saturazione del target) effettuato all’alba (fattore sorpresa per massimizzazione degli effetti) diretto contro un target facilmente aggredibile (dormitorio di studenti) in un luogo poco presidiato, con attuazione di un targeted-killing nei confronti degli studenti cristiani, con evoluzione in hostage taking situation discriminata (studenti musulmani liberi, cristiani uccisi o sotto sequestro), operazione non suicider atteso che allo stato la situazione di presa d’ostaggi è ancora in atto.
Esito: allo stato almeno 15 persone uccise, diverse centinaia di studenti ancora all’interno delle facilities in possibile stato di ostaggi.
Affiliazione: il gruppo militante somalo al-Shabaab, per bocca del suo spokesman Rage, ha rivendicato l’attacco. Come noto il Kenya (dato il suo coinvolgimento nella campagna militare di AMISOM) è un target di opportunità per l’affiliata di al-Qa’ida, ancorchè recenti ma significative prese di posizione del movimento nonché attività operative condotte anche in Somalia portano a pensare ad un progressivo distacco dal movimento guidato da al-Zawahiri in favore di un avvicinamento allo Stato Islamico (a similitudine di quanto fatto da Boko Haram in Nigeria).
Risposta: le forze di sicurezza stanno reagendo all’attacco con un forte schieramento nei pressi dell’area obiettivo di appartenenti sia delle forze armate che di polizia. Indicazioni non confermate farebbero riferimento all’arresto di un elementi del team d’assalto, catturato mentre stava tentando di fuggire dalla scena dell’attacco.
Status della minaccia: alto, con possibilità di ulteriori manifestazioni, essendo l’evento l’ultimo di uno stream di attacchi condotti da al-Shabaab.
Trend della minaccia: in plausibile incremento.