È uscito il secondo numero di Rumiyah, il nuovo magazine del Daesh, lanciato nella sua prima edizione esattamente un mese fa e disponibile in diverse lingue: inglese, francese, tedesco, uiguro, pashtun e russo.
Nato forse dalla volontà del Daesh di accentrare sempre più il controllo della produzione di informazioni, la rivista aveva destato particolare attenzione per il titolo che tradotto letteralmente pare possa essere ritenuto un aggettivo femminile relativo a Roma (“romana”) oppure un’accezione per identificare i popoli occidentali parlando di “popoli dei Romani”. Tale interpretazione è però da accostarsi ad un uso medioevale del termine da parte dei cartografi arabi che erano soliti usare Rumiyah (dal greco Ρωμη, Roma) per riferirsi a Costantinopoli.
In questo numero è interessante notare la ripresa di due argomenti molto caldi: la situazione in Bangladesh, ufficializzato quale provincia del Daesh anche dai recenti video prodotti, e l’intifada dei coltelli. Il magazine, infatti, dedica ampio spazio alla descrizione dell’attacco avvenuto a Dacca, descrivendo uno per uno gli attentatori entrati in azione e ricapitola tutte le operazioni rivendicate dal Daesh in quella regione. Si aggiunge poi un focus particolare sulla strategia dell’intifada dei coltelli, ossia dell’utilizzo delle armi bianche come ripiego per coloro che non abbiano dimestichezza con le armi da fuoco o gli esplosivi.