15Mar/09

Il nuovo volume della serie ITSTIME: Terrorismo suicida

coverFinora non sono state le sofisticate armi di distruzione di massa a diffondere la paura e il panico dell’attentato terroristico, bensì l’organizzazione precisa, le semplici tattiche e l’effetto a sorpresa causati da persone intenzionate a rinunciare alla propria vita pur di uccidere il loro nemico: oggi il male del terrorismo suicida colpisce un numero consistente di paesi.
Questo volume si propone di approfondire alcuni aspetti delle missioni suicide dal punto di vista operativo, storico, legislativo e strategico al fine di chiarire il fenomeno attraverso molteplici approcci, nello spirito della ricerca applicata di ITSTIME, per contribuire a formulare una risposta alla domanda che in tanti ci si pone: “È possibile fermare chi per uccidere è disposto a uccidersi?”

December 2008 – Riots in Greece: Law, Order and the Police, by Maria Alvanou says that the riots that followed the recent police shooting of a Greek teenager in a troubled district of Athens highlight major problems facing Greek police forces and the need for tougher legislation and implementation of laws against police brutality and abuses. On December 6, a 15 year-old boy named Alexandros Grigoropoulos was shot dead by a special guard of the police force patrolling with his colleague in the Exarheia district of Athens. This tragic event led to student and youth protests that escalated into rioting and looting by anarchists in almost all cities of Greece. More then a week later unrest continues, with Athens looking like a war zone. There seems to be no end to violence and there are serious political and social issues involved…..

10Dic/08

Mumbai attacks: operational strategy and significance – by Maria Alvanou

The attacks in Mumbai were named by many the 9/11 of India. Not without reason, since it was a mega-hit that will constitute a landmark in the history of terrorism, because of the horror it caused. India certainly constitutes the target of terrorist activities for years now and for this reason the authorities of the country collaborate for their counterterrorism strategy and training with the Israelis (considered specialists in this sector).  However, the  simultaneous attacks in  hotels and the Jewish religious centre, the kidnapping and killing in cold blood of tourists left the world speechless watching this new show of terror in the international scene.

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30Nov/08

What is Hidden Behind the Idea of the Caucasian Emirate? – by Tamara Pkhakadze

Caucasian Emirate was created on October 31, 2007 by the former president of the Chechen Republic of Ichkeria, Doku Umarov. He abolished the Chechen Republic of Ichkeria and its presidency, and turned Ichkeria into one of the provinces of the Caucasian Emirate. Besides the province of Chechnya, the Caucasian Emirate is composed of the following (Wilayahs), provinces: Igushetia, Dagestan, Ossetia, Kabardino-Balkaria and Karachay Cherkessia, Stavropol Krai, inhabited by the Nogay people.

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15Ott/08

The Last Resort: le ultime armi di convenienza del jihadismo globale – by Emilio Palmieri

Da qualche tempo sulla stampa internazionale vengono riportate notizie di quella che è ritenuta la nuova strategia del jihadismo globale: l’impiego di attentatori suicidi che possiedono caratteristiche psicologiche e sociali particolari. Si tratta di individui, principalmente donne, sofferenti di disagi mentali, nonché adolescenti sottoposti ad una azione di plagio da parte della virulenta retorica qa’idista.

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21Set/08

Israele si gioca il tutto per tutto – by Giovanni Radini

Mazal tov signora Livni! Con la vittoria ottenuta nelle primarie di Kadima e le successive dimissioni di Olmert, sta al Ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, far uscire il Paese dalla ennesima crisi politica e formare un nuovo governo, capace di mantenere aperto il dialogo con i palestinesi, sulla base dei buoni propostiti espressi al summit di Annapolis nel novembre 2007.

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23Lug/08

Buldozer, ruspe e terroristi – by Marco Lombardi

Le Brigate degli uomini liberi della Galilea, Martiri di Imad Mughniyeh’ tornano a colpire: a marzo 2008 rivendicarono l’attacco di un terrorista solitario alla scuola rabbinica di Gerusalemme di Kyriat Moshe. Era la prima volta che compariva il nome del gruppo Kataeb Ahrar al-Jalil (Brigata degli uomini liberi della Galilea) – Gruppo del martire Imad Mughniye’ e i martiri di Gaza: ispirati a Imad capo militare degli sciti libanesi ucciso il 12 febbraio a Damasco nell’esplosione di un’auto bomba.

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28Giu/08

Dialogo con Aso Hunar, alto membro del partito Pjak – by Hamed N.

Hunar: noi non abbiamo fatto guerra alla Turchia, ma ultimamente è stata la Turchia che ci ha attaccato con gli elicotteri uccidendo sei guerriglieri dell’ufficio d’informazione. Alcuni giorni fa il capo delle forze armate turche Urkar Bashbug, ha dichiarato che vi sono accordi militari segreti con l’Iran per una collaborazione contro il Pjak (Partito della Libertà del Kurdistan) e il Pkk. Infatti, Hunar ribadisce che la Turchia sta formando le forze iraniane contro la guerriglia, perché le tecniche militari iraniane per questo tipo di guerra sono ancora di basso livello: è per questo che la Turchia ha messo a disposizione degli iraniani la propria esperienza.

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24Giu/08

Libano: fatto il Presidente ora serve il Governo – by Giovani Radini

Una cosa ci dicono gli scontri nella Valle della Bekaa e a Tripoli degli ultimi giorni: che la stabilità politica in Libano è solo di facciata. Si era pensato, esagerando con l’ottimismo, che l’elezione di Michel Suleiman a Presidente della Repubblica potesse fare da traino per la normalizzazione del Paese. Si era sperato che l’accordo di Doha chiudesse l’anno e mezzo di crisi e segnasse il principio della fine delle violenze. Invece i fatti di questi giorni ci portano a una realtà dai nodi ben più intricati.

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09Giu/08

La pace in Medio Oriente dipende da Olmert e lui da una sentenza – by Giovanni Radini

Tutto dipende da Olmert. O meglio dai numeri di cui dispone il suo governo alla Knesset e dalle decisioni della magistratura israeliana. Dopo il summit di Annapolis, a novembre 2007, si era detto che il 2008 sarebbe stato “l’anno della pace” per israeliani e palestinesi. Ancora oggi però di questo obiettivo non si vedono i risultati. Il processo di pace in Medio Oriente sta vivendo una fase di  impasse. Certo, l’elezione di Michel Suleyman e l’apparente riapertura del dialogo tra Israele e Siria, in merito al “nodo Golan”, risultano indiscutibilmente in controtendenza alla situazione generale. Tuttavia è l’auspicato dialogo israelo-palestinese il cuore del problema. E questo ristagna non soltanto per le avversioni dei “falchi” di ambo le parti a raggiungere un compromesso. Ma soprattutto perché è schiavo della debolezza del governo israeliano. Il processo di pace quindi non va avanti per un motivo essenzialmente a sé estraneo.

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