Dopo un trailer di 43 minuti lanciato il 29 dicembre è stato pubblicato oggi dalla casa mediatica ar-Raqqah un nuovo video che vede protagonisti i “leoncini del califfato”.
Nel video, intitolato “mio padre mi ha detto”, vengono ripresi bambini di non più di 13 anni durante le sessioni di addestramento, militare e spirituale, con tanto di levate notturne e simulazioni di combattimenti in ambienti chiusi (CQB).
Nella seconda parte del filmato, le pratiche imparate in allenamento diventano tragiche competenze utilizzate per dare la caccia a 5 prigionieri del Daesh in un palazzo abbandonato. Cercandoli tra le stanze dell’edificio i bambini giocano una macabra caccia all’uomo, freddando i prigionieri, ognuno appartenente ad un diverso gruppo che combatte il califfato.
L’utilizzo da parte della propaganda, e non solo, della figura dei bambini combattenti, non è nuovo nella strategia del terrore del Daesh. Dopo la carneficina nel teatro di Palmira, che ha aperto il filone dei “leoncini”, diversi sono stati i contributi di questo genere diffusi dal califfato. Volendo continuare a mettere una bandierina anche per la conquista del tempo, ora che quella del terreno è più difficile, il califfato continua a porre il problema dei minori radicalizzati che, data la giovane età, non hanno un “pre”, un’esperienza di vita scevra dall’ideologia jihadista violenta, che possa essere recuperato in un eventuale processo di deradicalizzazione.