L’omicidio di Alessandro Coatti, il ricercatore italiano ucciso e smembrato in Colombia- Cosa sappiamo fino adesso – by Giovanni Giacalone

Risulta al momento ancora avvolto nel mistero il movente del brutale omicidio del ricercatore italiano Alessandro Coatti, il cui corpo è stato smembrato e i resti ritrovati pochi giorni fa in tre diversi luoghi di Santa Marta, città della costa nord della Colombia.

Il 38enne biologo molecolare, ricercatore, laureato alla Normale di Pisa e specializzato al Max Planck Institute, era stato dipendente della Royal Society of Biology di Londra fino alla fine del 2024, per poi dare le dimissioni ed intraprendere un viaggio volto al turismo, al volontariato e agli studi naturalistici nella zona settentrionale della Colombia. Secondo testimonianze locali, il ricercatore aveva detto di essere interessato a visitare il Parco naturale della Tayrona.

Il 3 aprile Coatti era arrivato alla pensione Marovi, nel centro storico della città, ed aveva più volte chiesto informazioni sulla strada per arrivare a Minca, luogo situato da tutt’altra parte rispetto alla Tayrona. Due giorni dopo, il 5 aprile, il ricercatore italiano era uscito dicendo al personale dell’hotel di volersi recare al mercato pubblico della città per trovare il modo di arrivare al parco della Tayrona, dove Coatti era tra l’altro già stato tempo prima; è salito su un taxi e poi nessuno lo ha più visto. Il Sud America non era destinazione nuova per lo studioso che aveva già visitato Peru, Ecuador e Bolivia.

I ritrovamenti

Secondo fonti colombiane, domenica 6 aprile i primi resti di Coatti (testa e mani) venivano rinvenuti in una valigia abbandonata in mezzo alla vegetazione nei pressi dello stadio Sierra Nevada. Il giorno seguente altri resti venivano ritrovati in un trolley sotto il ponte La Platina e un terzo ritrovamento con altre parti del corpo veniva rinvenuto in un sacco nei pressi del barrio Villa Betel, non lontano dal già citato stadio.

Un omicidio estremamente cruento, in stile narcos, che mal si coniuga con il profilo della vittima, incensurata, che non aveva ricevuto minacce e che si occupava di ricerca in ambito naturalistico.

Le ipotesi

La prima ipotesi che sorge spontanea è il possibile scambio di persona. Coatti potrebbe essere stato scambiato per qualcun altro e tragicamente finito in mezzo a faccende che non lo sfioravano nemmeno lontanamente.

Secondo alcuni esperti, le caratteristiche particolarmente cruente dell’omicidio fanno pensare ai gruppi paramilitari che operano nella zona, in particolare il Clan del Golfo e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra. Tali modalità servirebbero ad incutere timore e a marcare il territorio.

Alcune fonti vicine agli inquirenti colombiani hanno reso noto che le indagini per il momento escludono legami con i narcos e la criminalità organizzata colombiana in quanto mancano elementi che colleghino l’omicidio al traffico di droga, optando dunque per la pista paramilitare.

Attenzione però, perché queste formazioni armate operano anche nel traffico di droga ed è proprio di sei giorni fa la notizia di un’operazione antidroga che ha portato all’arresto di sei membri appartenenti proprio alle Autodefensas Conquistadores de la Sierra, indicata dai media come “organizzazione dedita al traffico transnazionale di droga”.

Si legge in particolare: “La Polizia nazionale ha affermato nella sua dichiarazione che gli arrestati mantenevano legami con il gruppo criminale organizzato (GDO) noto come Autodefensas Conquistadores de la Sierra Nevada, il che consentiva loro di coordinare un piano di “esternalizzazione criminale” nel traffico di droga.

Anche il Clan del Golfo precedentemente noto come Clan Usuga, o Los Urabeños, è ben noto per il traffico di stupefacenti. Tra i suoi fondatori e gli uomini chiave si contano numerosi ex leader paramilitari, provenienti in gran parte dalle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC). Insomma, il confine tra attività paramilitare e narcotraffico in quelle zone è pressochè inesistente.

Un’altra possibilità è che Coatti abbia visto qualcosa che non doveva vedere e che sia quindi stato fatto sparire. Per quale motivo però non simulare una “banale” rapina, visto che da quelle parti spesso si uccide per molto poco?

Il modo in cui i killer si sono accaniti sul corpo del povero Coatti sembra un messaggio, un avvertimento, ma nei confronti di chi?

Altre due ipotesi potrebbero portare al sequestro a scopo di riscatto ma andato male, oppure al traffico di organi, ma è ancora presto per trarre conclusioni.