Oggi si parla molto del documento di 64 pagine lanciato via social, intitolato: “Lo Stato Islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare”. Il documento fa scalpore perché redatto in italiano.
Comincia così:
Perché leggere questo testo?
Muhammad صلى الله عليه وسلم in un Hadith sahih riportato in Bukhari ordinò di ascoltare l’accusato allo stesso modo di come si è ascoltato l’accusatore, ai giorni d’oggi invece, la maggior parte dei Musulmani ha giudicato l’entità dello Stato Islamico prestando attenzione solo agli accusatori ascoltando decine di fatawa di ‘ulamaa, leggendo decine di articoli e ascoltando centinaia di notizie accusanti lo Stato Islamico, contemporaneamente però, ignorando totalmente qualsiasi tentativo di difesa da parte delle organizzazioni mediatiche del Dawla al-Islamiya. Dobbiamo esser sinceri: quanti di noi han mai letto una dichiarazione ufficiale dello Stato? Quanti han mai ascoltato un discorso del suo portavoce ufficiale? Quanti han mai prestato attenzione ad una (anche una sola!) risposta dello Stato Islamico in seguito ad un qualcosa per cui è stato accusato?
E si chiude così:
Spero che il testo vi sia stato utile in shaa Allah. Che Allah ci guidi alla Verità e che esponga le menzogne dei bugiardi. As-Salamu ‘alaykom wa RahmatulLahi wa Barakatuhu Il vostro fratello in Allah, Mehdi
In mezzo i contenuti strutturati secondo questo indice:
- Premessa
1.1 Lista delle fonti delle informazioni contenute nel testo
- La diffusione del Manhaj corretto
2.1 Intervista all’organizzatore dei seminari
- Incontro con i dipendenti del Comitato Islamico dei Servizi
3.1 Intervista al Capo dell’Ufficio per la Protezione del Consumatore
3.2 Intervista al Capo della Divisione per i Reclami del Consumatore
- L’applicazione della Shari’a e l’autorità sul territorio
4.1 La Hisba, la polizia che ordina il bene e proibisce il male
4.2 La polizia Islamica stradale, una sicurezza per i cittadini
4.2.1 Intervista al Capo della Polizia Islamica
- Reale sicurezza nello Stato Islamico
- Altri servizi offerti ai cittadini
6.1 La raccolta della Zaqat
6.2 La produzione e distribuzione del pane
6.2.1 Intervista al dirigente per la produzione del pane
6.3 Lo Stato Islamico e la gestione dell’istruzione
6.4 La produzione energetica
6.5 Ristrutturazione, pulizia e abbellimento
- Lo Stato Islamico rianima l’arte Islamica
7.1 Grafiche Islamiche al femminile
7.2 Invito al Jihad sulla Via di Allah
7.3 Grafiche contro la nuova campagna sullo Stato Islamico
7.4 Invito alla rettitudine e all’allontanarsi dalla fitna
7.5 Altre foto in giro per lo Stato Islamico
- Uno stato che da il massimo per i Musulmani
- Il ritorno del Dinar
9.1 Le caratteristiche della nuova moneta
9.2 Alcune analisi sulla nuova valuta
9.3 Lo Stato Islamico informa i suoi cittadini sulla nuova valuta
- Lo Stato Islamico, uno stato che è entrato nel cuore dei Musulmani
- Lo Stato Islamico, uno stato che ha sfondato qualsiasi confine
- Il Manhaj dello Stato Islamico nelle parole dei suoi comandanti
- Un messaggio al lettore
- Link utili
Di che cosa si tratta?
I contenuti sono noti e risaputi: traduzioni da Dabiq (la rivista più significativa di IS) e altri testi già comparsi, soprattutto in inglese. Anche le immagini sono quelle di repertorio presenti, in particolare, nelle brochure di promozione del Califfato, dove si reclamizzano i servizi offerti.
L’importanza del documento, infatti, non sta nei suoi contenuti ma
- Nella conferma che essi offrono di una strategia che identifica come obiettivo prioritario quello della istituzionalizzazione del Califfato, inteso come uno stato che offre benessere ai suoi cittadini (propaganda che attira reclute) e pertanto un potenziale interlocutore politico (trappola alla coalizione internazionale in parte titubante nel mantenere la posizione ferma di non considerare IS come un attore con cui trattare)
- Nella lingua italiana come lingua veicolare di informazioni già conosciute ma che qui esplicitano un target evidente: gli italiani. Ciò significa molte cose: che l’Italia è un bersaglio importante e che il reclutamento nel nostro Paese deve essere perseguito. Ma anche che, proponendo la lettura di questioni che spesso sono già parte della agenda pubblica nazionale secondo il punto di vista di IS (un processo di framing), IS tenta di inserirsi del dibattito politico per frammentarlo. Alla radice, dunque, la promozione del conflitto del quale l’Italia sembra essere arena prediletta.
Possiamo concludere chiedendoci ancora perché meravigliarsi di questa strategia mediale, in fin dei conti si tratta di una traduzione italiana di cose risapute: IS forse ha solo impiegato più tempo a capire che non tutti gli italiani conoscono l’inglese a sufficienza e dunque aggira l’ostacolo.
Ma certamente il nostro Paese è destinatario di una strategia precisa del Califfato per colpirlo nelle sue vulnerabilità. Questo è il segno più importante che emerge dal documento di oggi.