All’alba di sabato 18 aprile l’unità anti-terrorismo della Victoria Police e dell’Australian Federal Policeha condotto un’operazione preventiva in alcuni sobborghi di Melbourne arrestando cinque giovanissimi, accusati di preparare un attentato per le celebrazioni del centenario Anzac day.
Il diciottenne Sevdet Besim, accusato di essere il leader del gruppo, è stato arrestato e verrà processato per direttissima nei prossimi giorni. Un altro diciottenne (di cui non è stato rivelato il nome ma di cui è trapelato il background Bosniaco) è stato trattenuto dalle forze dell’ordine, e gli altri tre (diciannovenni) sono stati rilasciati. Colpisce la giovane età degli arrestati, così come il loro rapidissimo processo di radicalizzazione avvenuto nel corso degli ultimi mesi (forse addirittura solo sei mesi, come suggerisce la stampa locale).[1] Le tracce lasciate sui profili online di questi ragazzi fino a poco tempo fa riportavano normalissime conversazioni sulla musica (Sevdet era un fan del rapper Tupac su Facebook) sulla tecnologia (del tono “meglio iPhone o Samsung?”) o sulle auto (“meglio la BMW o la Commodore?”). Poi le foto si fanno progressivamente più piene di simboli jihadisti e di citazioni tratte da leader radicali tra cui al-Awlaki e Musa Cerantonio, fino ad arrivare agli arresti di oggi. Questo percorso di radicalizzazione tuttavia non è accaduto nell’isolamento sociale di un adolescente di fronte allo schermo di un computer: nello schema ci sono reclutatori e relazioni personali che hanno giocato, anche in questo caso, un ruolo fondamentale.
La polizia ha lasciato trapelare che Abu Khalid al-Kambodi (all’anagrafe Neil Prakash), l’Australiano ad oggi più di rilievo nell’Islamic State, avrebbe intrattenuto contatti diretti con almeno uno dei ragazzi arrestati.[2] Inoltre i ragazzi conoscevano personalmente il diciottenne Numan Haider, ucciso dagli agenti della Victoria Police a settembre dopo una colluttazione.[3] Dopo la morte dell’amico, che frequentava lo stesso centro islamico radicale al-Furqan (frequentato anche da Prakash), i ragazzi hanno accelerato il loro percorso di radicalizzazione e la loro attività sui social media. Tutti gli arrestati fanno parte di un ristretto network di relazioni all’interno del quale si è sviluppata l’adesione all’estremismo, vissuto sia attraverso attività online come la partecipazione a discussioni sui social media, sia attraverso attività più tradizionali come la partecipazione al centro islamico radicale al-Furqan. I background dei ragazzi coinvolti in questo network è variegato: non siamo esclusivamene di fronte a persone che hanno legami familiari in Siria o Iraq. Gli arrestati sono Cambogiani, Afghani, Bosniaci, e un aborigeno di famiglia Cristiana recentemente convertito all’Islam.[4] Anche questo tratto dell’estremismo Australiano non stupisce: solo pochi mesi fa Jack Bilardi, diciottenne Australiano di background anglo-italiano, è morto in Iraq come attentatore suicida nella città di Ramadi.[5] Il quadro che emerge dagli arresti è coerente con l’immagine che già conosciamo del jihadismo di nuova generazione targato Islamic State: è un movimento che coinvolge i giovanissimi provenienti da famiglie di ogni etnia e religione, che si sviluppa in piccoli network con relazioni personali molto strette, e che si muove attraverso contatti (sia online che offline) con jihadisti che operano in Siria e in Iraq.
Infine, le operazioni aprono uno spaccato sulla notevole sorveglianza che esiste in Australia da quando i livelli di allerta si sono alzati: i 5 arrestati di sabato erano infatti osservati da tempo dalle autorità, che sono intervenute proprio quando i ragazzi si sono resi conto di essere sotto osservazione.[6] La polizia sta affrontando in queste ore critiche per la violenza utilizzata nel condurre i raid di sabato mattina, in particolare nei confronti del giovane di background Aborigeno che ha dichiarato di essere stato prima legato e poi preso a calci dagli agenti.[7] Se le accuse non verranno destituite di fondamento, rischieranno di alimentare la pericolosa spirale di co-radicalizzazione che sta investendo alcuni giovani e che rischia di sfociare in un atto di terrorismo. Essendo l’Anzac day un evento molto importante per l’identità nazionale e per le forze armate, esso costituisce un obiettivo sensibile per coloro che vogliono colpire l’Australia. Le celebrazioni dell’Anzac day sono previste per il 25 aprile in tutte le principali città del paese, e folte delegazioni di cittadini Australiane sono previste in altre città (tra cui Londra) e nella penisola di Gallipoli in Turchia. Non stupisce che i servizi di sicurezza abbiano aumentato l’allerta per tutti questi eventi dopo gli avvenimenti di sabato.[8]
[1] http://www.smh.com.au/national/sevdet-besim-leaves-trail-of-islamic-radicalisation-on-social-media-20150419-1mo9on.html
[2] http://www.smh.com.au/federal-politics/political-news/terror-plot-teenagers-linked-to-top-islamic-state-recruiter-abu-khalid-alkambodi-20150419-1mock5.html
[3] http://www.heraldsun.com.au/news/law-order/anzac-day-terror-raids-alleged-plotters-linked-to-police-attacker-numan-haider/story-fni0fee2-1227311086585
[4] http://m.theaustralian.com.au/in-depth/terror/how-the-net-closed-on-numan-haiders-associates/story-fnpdbcmu-1227311119082
[5] http://www.theaustralian.com.au/in-depth/terror/aussie-teen-jake-bilardi-carries-out-suicide-bombing-says-islamic-state/story-fnpdbcmu-1227259328956
[6] http://m.theaustralian.com.au/in-depth/terror/alleged-anzac-day-plotters-were-groomed-from-frontline/story-fnpdbcmu-1227311119275
[7] http://www.theage.com.au/victoria/neighbours-say-they-woke-to-screams-as-melbourne-terror-raids-started-20150418-1mnxgs.html , http://www.theage.com.au/victoria/melbourne-raids-police-to-investigate-complaint-from-aboriginal-teens-family-20150419-1mof8q.html
[8] Si veda ad esempio: http://www.bbc.com/news/uk-32366225 e http://www.smh.com.au/federal-politics/political-news/gallipoli-ceremony-terrorism-risk-turkey-vows-australians-will-be-safe-20150417-1mnial.html