La questione Nord Africana ingarbuglia sempre di più la faccenda degli immigrati verso l’Italia. Una faccenda che dobbiamo assolutamente controllare ma… la molteplicità di aspetti che la contraddistinguono rende difficile una risposta adeguata se non la si spoglia delle sue “attitudini” politiche” per riposizionarla nelle necessità di governo:
• Immigrati clandestini o rifugiati: non è il punto di partenza dell’imbarco che ci permette di deciderlo (come sembra dalle dichiarazioni di questa sera, domenica 27/3) ma sempre più è necessaria l’identificazione delle persone per potere discernere;
• La Francia respinge gli immigrati: senza una concentrazione europea la questione non può essere affrontata in modo efficace. Su questa emergenza misuriamo l’Europa. Se essa manca, oggi, è del tutto inutile che poi pretenda di esserci, dopo,…con qualche multa sull’ambiente!
• L’identificazione di chi sbarca è fondamentale: conosciamo quali sono i percorsi di immigrazione clandestina e, di massima, le caratteristiche del “serbatoio” libico fino a poco tempo fa controllato da Gheddafi. Identificare chi arriva in Italia ci permette di fare delle ipotesi sui percorsi e, pertanto, di avanzare ipotesi di intervento “delocalizzato”;
• Pro-azione: tra poco non sarà sufficiente gestire l’impatto nelle isole italiane, dovremo trovare il modo di anticiparlo o attraverso nuovi accordi con i governi emergenti nella Nuova Africa del Nord o attraverso interventi diretti sul posto;
• Sicurezza: nessun migrante è interessato a restare dove viene portato…i tentativi di fuga saranno costanti e continui. La questione sicurezza non è dunque immediatamente centrale là dove sono dislocati – dopo le isole – gli immigrati ma emergerà 1) come risposta al controllo per non lasciarli scappare 2) se si costituiranno serbatoi di disperati là dove verranno fermati su rispolverati confini nazionali;
• Soldi e rimpatrio: nel passato è sempre stato il meccanismo di re-fuelling dell’immigrazione clandestina, troppo rischioso e poco efficace.
Marco Lombardi