Il boeing Malese MH370 – by Marco Lombardi

La vicenda del Boeing Malese MH370 scomparso sta, piano piano, scomparendo anche dai media italiani: come sempre il flusso della comunicazione mangia tutto rapido, senza digerire. Ma la vicenda è molto interessante e aperta verso possibili scenari…. magari cinematografici.

Intervista sulla scomparsa dell’aereo rilasciata a radio SBS – Melbourne da Marco Lombardi

Di rendiconti ce ne sono diversi, mi diverto solo a sottolineare alcuni aspetti e disegnare un copione appunto “cinematografico”.
Vicende collaterali di sfondo:
a – sta emergendo molto imbarazzo in UK sul fatto che Inmarsat abbia svelato la traiettoria. Troppi cominciano a pensare che la società partecipata dallo stato serva per monitorare molto più di quello che Inmarsat palesemente offre…
b – e i cinesi ridono, perché avevano deciso di non dire quello che già sapevano, avendolo monitorato con i loro sat. Ma la decisione è stata di non rivelare le tecnologie di cui dispongono
c – per lasciare perdere delle modalità di gestione dell’intera operazione di ricerca.
Ma appunto queste sono le vicende collaterali alla storia, magari per una “serie”, ora restiamo sulla sceneggiatura principale.
I punti da sviluppare:
1 – Per quanto ne sappiamo e possiamo analizzare l’operazione di “furto di aereo” è stata deliberata: sgancio del trasponder e manovre diversive di tipo militare sono state fatte da qualcuno esperto;
2 – inoltre il punto di inversione è avvenuto nel luogo ideale: appena finito il contatto con Malesia non ancora nella necessità di farlo con Vietnam;
3 – e intanto tutti dormono tranquilli, più meno “naturalmente” a bordo
4 – Oggi sembra si parli di tanti detriti sparsi, ma almeno di qualche metro… non sembra (se quelli sono detriti) una esplosione in quota. Ma un impatto: planato di proposito? finito carburante? Già tutti morti e dormienti prima?
5 – il pilota che vuole ammazzarsi… e lo fa volando in quel modo? Un’ultima bravata?
6 – e si intrecciano le ID false di passeggeri saliti a bordo: quattro.
Così poi prosegue il film:
1 – le ID false sono quattro… perché sono le uniche scoperte. Esse non ci dicono nulla altro che il sistema di controllo malese è perforabile con ID fake. Non di quante fake ci fossero su MH370. Non sappiamo dunque chi fosse sul volo.
2 – E non sappiamo neppure se sono tutti morti. Perché… non sono più tutti a bordo. Intendo…. e se dai cadaveri mancasse qualcuno che era a bordo ma non lo si cerca più perché lo si considera morto?
3 – Infatti è saltato (ma potrebbero essere più di uno) dall’aereo prima, e magari qualcuno lo aspettava. A quota bassa non hai problema di depressurizzazione esplosiva, la velocità di sostentamento è abbastanza elevata ma non è impossibile saltare. D’altra parte chi ha gestito MH370 fino all’impatto guidato sapeva quello che faceva.
4 – Il ping della scatola nera sembra che sia stato rilevato a 15000 piedi sotto la superficie: posti difficile da raggiungere, che sottopone a forte stress la “scatola” che è cacciata da tutti.
5 – E dunque chi voleva dimostrare che rubare un aereo è possibile c’è riuscito, scegliendo il porto giusto, e volare per il cielo per 7 ore altrettanto.
6 – Perché? Senza rivendicazioni di alcun tipo almeno per due ragioni. La prima: soldi. Un gran bel mucchio di soldi per non ripetere la dimostrazione e, ovviamente, il silenzio interessato di chi guadagna e chi paga. La seconda: una dimostrazione di capacità, per mettersi sul mercato per un futuro “secondo vistoso colpo”.
In che lascia la porta aperta alla puntata successiva del film.

Marco Lombardi