Mentre gli Stati Uniti, proprio ieri, hanno dichiarato la loro intenzione di modificare la strategia di ingaggio contro Daesh in Medio Oriente, vagliando le possibilità di incrementare l’attività militare, servendosi di truppe sul terreno, ITSTIME fornisce alcuni dati interessanti sull’attuale situazione sul campo, in Siria e Iraq:
- 7603 è il numero totale delle incursioni aeree compiute dalla coalizione anti-IS, guidata dagli Stati Uniti (e formata da Australia, Canada, Francia, Bahrein, Giordania, Marocco, Qatar, Arabia Saudita, Turchia, Inghilterra e Emirati Arabi Uniti), in Iraq e Siria, dall’inizio della campagna aerea contro il califfato [dati aggiornati al 20 Ottobre]
- 780 sono invece le incursioni aeree, totali, operate dai Russi, in Siria, dall’inizio delle operazioni. Secondo il Ministero della Difesa russo gli attacchi superano quota 900 [dati aggiornati al 20 Ottobre]
- quasi 2000 sono le truppe iraniane, comprese fra Guardia Rivoluzionaria e forze speciali Quds, impiegate in Siria a supporto del regime di Assad, mentre 1000 operano attualmente in Iraq, al fianco delle forze Sciite
- comprese fra 6000 e 8000 sono le milizie libanesi Hezbollah operanti in Siria e coordinate dagli iraniani [i dati sono relativi allo scorso luglio e gli Hezbollah hanno subito grosse perdite durante il conflitto, quindi il numero attuale di operativi è inferiore]
- 3500 sono le truppe statunitensi stanziate in Iraq (con compiti di addestramento e supporto, al momento)
- più di 20000 sono i Foreign Fighters impegnati in Siria ed Iraq, provenienti da 50 diversi paesi del mondo
- un numero limitato, si riporta qualche dozzina, sono, al momento, le forze speciali russe appartenenti al 58esimo reggimento (lo stesso che ha gestito le operazioni in Georgia nel 2008 e in Ucraina al fianco dei separatisti), operative in Siria, oltre al personale dell’aeronautica già presente sul campo.
La scacchiera è composta, non resta che osservare come si sviluppa la partita…