Daesh (ISIS) continua a mostrarsi – e a volersi mostrare! – tecnologicamente aggiornato e capace nell’uso degli UAVs (Uninhabited Aerial Vehicles), più comunemente noti come droni radiocomandati.
Un nuovo video di Daesh, lanciato dal governatorato di Ninive col titolo “Knights of Bureaucracy” o “The Knights of Dawawin”, è circolato due giorni fa (lunedì 12 gennaio) tramite canali Telegram. Il video dura 38 minuti circa e nell’ultima parte (dal 32esimo minuto) viene mostrato l’uso di UAVs riadattato allo scopo della guerriglia. Non è la prima volta che veniamo a conoscenza dell’uso bellico di UAVs da parte di Daesh (si veda l’articolo “I Droni di Daesh”), ma è la prima volta che se ne ha una testimonianza video ricca e apparentemente da fonte primaria.
Nel filmato si può osservare infatti come l’uso di UAVs sia stato adattato per il bombardamento di postazioni militari della Coalizione anti-Daesh.
L’uso di “droni bombardieri” è forse più utile alla propagandistica di Daesh – il quale coglie la novità dello strumento rivisitato in chiave bellica – visto che il basso potenziale esplosivo di questi ordigni leggerissimi è volto ad azioni che appaiono non sempre letali, ma visivamente d’impatto. Si noti comunque il potenziale di disturbo e minaccia costante nella dinamica della guerriglia (interessante, al minuto 33:36 del video, l’attacco combinato su due fronti di un esplosivo sganciato dal UAV e, poco dopo, di un’autobomba).
Nella parte introduttiva della sezione sugli UAV (minuto 32:35) appaiono due miliziani far decollare degli droni ad ala fissa corredati con ciò che appaiono due ordigni (uno per ala). Vi sono quindi diverse riprese aeree dei UAVs ad ala fissa fino al minuto 33:30 sia in FPV (First Person View, “visuale in prima persona”, grazie ad ottiche montate sul velivolo) che in terza persona (grazie alle riprese eseguite da un secondo UAV)
Successivamente (da 33:30) vengono mostrati i bombardamenti eseguiti dagli UAVs su postazioni militari. Gli ordigni sganciati non sono mai in coppia, hanno caduta perpendicolare al suolo e le riprese sono estremamente ferme e controllate: questi segnali lasciano pensare che gli UAVs usati per sganciare gli ordigni siano in realtà multicotteri e non i velivoli ad ala fissa mostrati inizialmente.
I multicotteri hanno rotori paralleli al suolo i quali li rendono capaci di volo a punto fisso che, come per gli elicotteri, permette di “ancorarli” in aria stazionando sopra un punto specifico a velocità nulla e quota costante. Gli UAVs ad ala fissa invece non hanno modo di essere “bloccati a mezz’aria” per ragioni costruttive: è possibile al limite farli volare ad una velocità minima (ma mai azzerabile) intorno ad un asse verticale, secondo una rotta a cerchio, mantenendoli in imbardata costante.
Si nota come le bombe sganciate, sebbene puntino ortogonalmente al suolo, non siano sufficientemente aerodinamiche e pesanti, il che comporta una traiettoria irregolare: usando ordigni così leggeri e a caduta libera, la precisione nel colpire il target è abbastanza approssimativa (anche perché la capacità deflagrante è relativamente contenuta, e ridotta risulta pertanto l’area interessata dall’esplosione).
Negli ultimi secondi di chiusura del video (38:21), vi è il ritorno del UAV ad ala fissa che atterra, scarico degli ordini, dopo il supposto bombardamento.
Vi è ragione di assumere quindi che i bombardamenti mostrati siano stati eseguiti da UAV multicotteri e non ad ala fissa come Daesh sembra voler farci credere. È possibile che Daesh, comunicatore esperto, voglia presentarsi con un’apparenza più minacciosa, mostrando inizialmente e “dall’esterno” (con riprese effettuate anche in terza persona) degli UAV ad ala fissa – che tanto ci ricordano i devastanti droni americani, in stile Reaper o Predator – ma, registrando i bombardamenti solo in FPV, conducendo i ben più pilotabili, funzionali ed economici (ma “giocattolosi”!) multicotteri.
Se così fosse, Daesh, riconfermerebbe ancora una volta come il terrorismo consista innanzitutto della produzione di immagini e simboli, e della relativa ricezione ed elaborazione degli stessi: terrore come strategia comunicativa, ancor prima che fattuale.
Visuale della bomba sganciata dal UAV (35:52).
Decollo del UAV ad ala fissa (32:52)