Ad inizio di settembre l’US ARMY ha attivato ufficialmente la “Cyber Protection Brigade” e annunciato l’arrivo di un potenziale intero nuovo ramo dedicato alle operazioni online.
La nuova “Cyber Protection Brigade” è composta da venti diversi team costituiti ciascuno da circa quaranta specialisti tra personale militare e consulenti civili. Tutti venti i team conduranno operazioni digitali difensive e di supporto strategico alle future operazioni dell’esercito US.
Come dichiarato dal sergente maggiore Rodney Harris: “nei prossimi due anni è previsto che la US ARMY raddoppi il personale impiegato nelle cyber operations“. Oggi l’esercito dopo aver aggressivamente rastrellato tra gli altri reparti tutto il personale già in possesso di competenze di sicurezza informatica, dispiegherà nuovi training e addestramenti militari volti a formare i futuri cyber sottufficiali necessari per operare in un mondo in cui il cyberwarfare online è sempre più strategico per la sicurezza nazionale.
Questi cicli di training formativi della durata di tre anni sono tra i più lunghi istituiti all’interno dell’esercito statunitense e prevedono sessioni teoriche, pratiche insieme all’affiancamento sul campo prima di poter diventare operativi.
Nuovi investimenti e la concomitante attivazione di ulteriori “cyber command” a quelli già lanciati con successo nel 2010 sembrano essersi resi improcrastinabili per contrastare con successo il potenziale informatico impiegato dai gruppi jihadisti. Negli ultimi mesi all’interno dell’Islamic State e Al Qaeda le operazioni online si sono evolute molto dall’iniziale strumento di inter-comunciazione e recruitment, oggi i gruppi estremisti del medio oriente lanciano continui attacchi massivi sulla rete occidentale richiedendo alle forze armate di esser in grado di intervenire militarmente in difesa degli obbiettivi strategici digitali sotto attacco che siano questi governativi oppure privati aziendali.