Le interviste sono state realizzate nell’estate 2003 dal prof. Marco Lombardi durante una missione esplorativa in Kurdistan che ha prodotto un progetto DEEP di intervento in collaborazione con l’università di Sulaimani per il rafforzamento delle strutture democratiche irakene.
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Il dopo Madrid, tra paura e voglia di normalità – Intervista a Marco Lombardi
Punto a capo. A una settimana dall’attentato a Madrid si cerca di voltare pagina e tornare alla normalità, ma i ricordi affaticano l’intenzione. Il pianto dei bambini rimasti orfani all’asilo, la voce dell’impiegata impressa sulla segreteria dell’ufficio, le grida dei passeggeri dei convogli colpiti sono ancora troppo forti. Nelle orecchie rimbomba il rumore di una strage che, pur senza immagini, rimanda all’attentato al World Trade Center. «Nulla sarà più come prima», era l’ossessione del dopo undici settembre. Qualcosa dopo l’undici marzo è gia cambiato e il timore che la serenità sia difficile da riconquistare è fondato.
Atocha, Madrid: chi è stato? – by Marco Lombardi
La risposta alla domanda chiave è, per il momento, estremamente difficile. Il propendere per la pista dell’Eta piuttosto che di Al Qaeda ha riflessi importanti: nel primo caso, la conferma della presenza di un forte terrorismo interno avrebbe effetti di politica interna con un probabile rinforzo del Partito popolare nelle imminenti elezioni ma soprattutto “rassicurerebbe” l’Europa.
Iraq: strage della Costituzione – by Marco Lombardi
Come al solito, allo scoccare di un appuntamento importante religioso e civile, il terrorismo colpisce duramente in Iraq. Ieri, primo marzo, ha sterminato una gran numero di sciiti a Baghdad, a Kerbala e in Pakistan.
Ansar al Islam – by Marco Lombardi per Limes 1/2004
Fino agli ultimi mesi del 2003 si poteva considerare Ansar Al Islam come un gruppo terrorista del fondamentalismo islamico relativamente poco conosciuto dal grande pubblico. Infatti, sono stati soprattutto gli arresti effettuati a Milano nel novembre di quell’anno a rivelare le connessioni tra una diffusa rete di reclutatori operativa nel nostro Paese e, appunto, Ansar Al Islam operativo, almeno per tradizione, nel Kurdistan iraqeno.
Kamikaze a Erbil. Un festa del sacrifico drammatica – by Marco Lombardi
I fatti di questa prima domenica di febbraio 2004 sono chiari: praticamente in contemporanea due kamikaze si fanno esplodere nelle sedi del PUK e del PDJ a Erbil, Kurdistan. Il generale americano Mark Kimmitt parla di oltre 200 feriti. Mohammad Ihsan, ministro per i diritti umani nel governo regionale kurdo parla di circa 150 morti, 60 nella sede del PUK e 80 nella sede del PDK. Continue reading
Un futuro per il Kurdistan – by Marco Lombardi
Il commento che segue si basa sulle interviste raccolte durante la missione di studio in Iraq svolta tra l’agosto e il settembre 2003. Partita da Amman per Baghdad, la missione si è concentrata tra le città di Erbil, Kirkuk e Sulaimani, permettendo ampi movimenti nell’area controllata dal Partito dell’Unione Kurda (PUK) fino ai confini con l’Iran. Tra le numerose interviste quelle più significative rispetto al tema qui trattato e a cui farò ampio riferimento nel seguito, sono state raccolte in colloqui privati con Barham Salih primo ministro del PUK; Narmin Othman, ex ministro dell’istruzione; Sherko Bekas, ex ministro della cultura e noto poeta; Hikmat Mohammad Karim “Baxtiar”, responsabile dell’unione sindacale kurda; Rizgar Ali, responsabile del PUK a Kirkuk. Ulteriori informazioni sono state raccolte durante una missione in Iran nel gennaio 2004, presso l’Institute for Political International Studies e il Centre for Strategic Research.
Irak, non arrendersi al terrorismo: la cattura di Saddam – by Marco Lombardi
La recente cattura di Saddam Hussein – le condizioni in cui è stato ritrovato – conferma quanto abbiamo sostenuto negli interventi precedenti: non c’è guerriglia pro-Saddam né tantomeno coordinata dal Rais. Saddam è stato ritrovato in una sorta di bunker miserabile a Tikrit, per una soffiata di familiari, molto probabilmente con il supporto determinante dei pshmerga kurdi, che così sommano nuovi crediti da spendere nel futuro assetto dell’Irak.
Dopo Nassirya, non arrendersi al terrorismo – by Marco Lombardi
Una lettura di quanto è accaduto in questi ultimi giorni in Iraq e nell’area Medio Orientale e Centro Asiatica. Una lettura “fredda” per ragioni climatiche – è sabato 15 e scrivo dalla Siberia – e perché, qui sotto la neve, le informazioni per chi non parla il russo sono poche e frammentarie. Una lettura “calda” perché non più di tre mesi fa mi trovavo nel Kurdistan iracheno, e i miei pensieri di oggi non possono prescindere dai volti, dalle sensazioni e dalle parole di tutti coloro che ho incontrato dal Capo del governo al terrorista di Ansar Al Islam.
Immigrazione e sicurezza, un binomio improprio – by Marco Lombardi
Dopo l’11 settembre 2001 si è inevitabilmente acuita l’attenzione per tematiche come la sicurezza e l’immigrazione, sempre più spesso considerate strettamente legate una all’altra. Il binomio tra sicurezza e immigrazione necessita però di essere chiarito, per non rischiare di cadere nell’errore di improprie generalizzazioni.
Dopo l’11 settembre: logiche comunicative di una guerra “promessa” – by Marco Lombardi
Il mio primo commento, poche ore dopo l’11 settembre 2001, faceva riferimento a una lettura di tipo “comunicativo” dell’attacco al WTC: un evento mediatico curato da un fortunato e abile regista assassino. D’altra parte, il terrorismo così come la politica trova spesso spiegazione delle proprie manifestazioni nelle logiche dello spettacolo e della comunicazione.
11 settembre 2012. Non commemorazione, ma rituale per i sopravvissuti – by Marco Lombardi
E’ il primo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle. Che cosa possiamo aspettarci? Questa domanda ritorna quale tormentone del settembre post vacanziero, sostituendosi ai refrain dei motivi estivi. Sicuramente si assisterà a una recrudescenza di speciali televisivi che faranno rivivere le immagini della tragedia; si diffonderà a dismisura la sondaggistica della paura e dell’attesa di quello che potrebbe essere ancora; si ripercorreranno le strade intraprese dopo il September Eleven nella guerra al terrorismo; si cercheranno le responsabilità di ciò che è stato, di ciò che sarà, di ciò che sarebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente.