Guantanamo: la lista dei prigionieri e la distribuzione per paese dei detenuti è stata resa pubblica il 20 aprile 2006.
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Sicurezza e nuove tecnologie: la videosorveglianza – by Chiara Fonio
Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un sempre più esteso utilizzo di nuove tecnologie di controllo sia all’interno dello spazio pubblico sia nell’ambito del settore privato. Il notevole incremento del numero di telecamere con fini di deterrenza e l’utilizzo di sofisticati dispositivi biometrici rappresentano la risposta più evidente al bisogno di sicurezza nel mondo post 11 settembre.
La videosorveglianza a Milano – by Chiara Fonio
Le telecamere sono state introdotte nella città di Milano con fini di deterrenza, di miglioramento della vivibilità e fruibilità dei parchi, di incremento della percezione di sicurezza nei cittadini e infine, per migliorare gli interventi delle forze pubbliche. Le prime installazioni risalgono al 1997 e sono la tangibile espressione della politica di sicurezza inaugurata dall’Amministrazione comunale dell’attuale sindaco Gabriele Albertini.
Terrorismo e comunicazione. Piste di ricerca e primi risultati. – by Marco Lombardi e Chiara Fonio
Il terrorismo è comunicazione: questa semplice affermazione orienta il percorso di ricerca che coinvolge un gruppo di esperti –coordinati dal prof. Marco Lombardi – presso l’Università Cattolica di Milano, nell’ambito del dipartimento di Sociologia.
La studio che porta alla comprensione e spiegazione dell’azione terrorista, anche con l’obiettivo di sviluppare adeguate pratiche di risposta al fenomeno, deve dotarsi di una “cassetta degli attrezzi” altamente specializzata ma interdisciplinare in cui la dimensione comunicativa offre un indirizzo interpretativo importante: la grande differenza che esiste tra un criminale e un terrorista è, infatti, che il secondo, a differenza del primo, ha interesse per il riconoscimento simbolico che l’azione fornisce; ricerca la platea offerta dal sistema mediatico; si propone quale attore protagonista.
Scarica il paper: Terrorismo e comunicazione
Londra dopo Madrid – by Marco Lombardi
Questa mattina (7 luglio 2005) Londra è stata squassata da tre esplosioni in metropolitana e una in superficie. La cronaca degli eventi terribili riempie le reti mediatiche, internet è intasata e i canali satellitari saturi, nell’attesa diffusa di non potere avere che notizie peggiori – rispetto a morti e feriti – mano a mano che passa il tempo. La città è paralizzata: fermi i trasporti, ferme le comunicazioni telefoniche, paura rispetto all’incertezza sul fatto che non ci siano altre esplosioni.
Terrorismo o guerriglia? Ansar al Islam assolta – by Marco Lombardi
Il 24 gennaio 2005 a Milano sono stati assolti alcuni fondamentalisti islamici dall’accusa di terrorismo internazionale definendoli guerriglieri e, soprattutto, ha omologato il gruppo di Ansar al Islam a un “esercito legittimo”.
Missione in Kurdistan Iraqeno – by Marco Lombardi
Documento riservato da non divulgare alla data di dicembre 2003 – Reso pubblico a dicembre 2005.
La missione si è svolta dal 23 agosto al 1° settembre 2003, dopo essere stata rinviata dalla data programmata del 23 luglio per ragioni di sicurezza in Iraq. La missione ha avuto luogo dietro invito dell’Università di Sulainami, con la quale il dpt. di Sociologia già aveva contatti. L’obiettivo della missione era di stabilire contatti con l’Università di Sulainami per definire prospettive di cooperazione. Oltre a raccogliere informazioni sul Kurdistan Iraqeno.
Tsunami, coinvolti dal disastro – by Marco Lombardi
A circa una settimana di distanza dallo tsunami di Santo Stefano si può cominciare a fare alcune considerazioni circa le modalità di risposta al disastro che si sono sviluppate globalmente. La questione è complessa perché suscita – soprattutto tra gli addetti ai lavori del crisis management – un dibattito che durerà nel tempo, toccando una molteplicità di aspetti differenti e rilevanti.
How to Achieve a Real Pacification Amongst the Iraqi Communities? – by Marco Lombardi
Relazione presentata a International Workshop “The Iraq Stabilization, Reconciliation, Institution-Building and the Regional Scenario”, Landau Network , Como, 4-5 November 2005 – In the aftermath of the war, the occupiers focused on immediate tasks, such as ensuring order, providing relief to the long-suffering Iraqi people, and asserting control over the country. Very quickly, however – even before they have met these goals – they had to answer another pressing question: How, exactly, should they go about rebuilding the country?
Saying simply that postwar Iraq should be democratic is the easy part.
The more difficult question will be how to make it happen.
Iraq, ora aleggia lo spettro della guerra di religione – by Marco Lombardi
Quanto accaduto domenica 1° agosto, gli attacchi alle chiese cristiane in Iraq, deve preoccupare molto. Se ancora di preoccupazione “ne avanza” per la situazione irakena. Storicamente in Iraq si è sempre registrata una compresenza di confessioni per cui, tra la stragrande maggioranza islamica, circa il 3% della popolazione si professava cristiano. Una fede non sempre facile da testimoniare, da parte di cattolici, soprattutto caldei, ortodossi, protestanti e nestoriani, ma sicuramente non in guerra con le altre fedi.
Nazione Unite, Iraq e Resto del Mondo – by Marco Lombardi
Oggi a Baghdad il terrorismo ha ammazzato oltre 40 cittadini iraqeni in coda per arruolarsi nel nuovo esercito del Paese: giovani che – lo abbiamo sentito nelle dichiarazioni – sono orgogliosi di servire l’Iraq nel cammino per un futuro migliore. Oggi al Palazzo di Vetro, il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, durante una conferenza stampa, dichiara che è «Ovviamente molto preoccupato per la situazione sul terreno in Iraq. Sono grato al Consiglio di sicurezza per avere inserito (nella risoluzione) che potremo andare quando “le circostanze lo permetteranno”…a tutt’oggi le circostanze non lo consentono e stiamo valutando la situazione con grandissima attenzione».
Nuove richieste per gli ostaggi – by Marco Lombardi
Un rilancio nella questione degli ostaggi era prevedibile: a meno che, dietro alla plateale richiesta di manifestazioni contro la guerra e il governo italiano, non fossero in corso altri risolutivi processi di negoziazione con chi detiene gli ostaggi. Ciò che merita attenzione è la richiesta di intervento per la liberazione di prigionieri iraqeni detenuti in Kurdistan. Ero in Kurdistan alcuni mesi fa, a Sulaimani ho incontrato Sarkut Hassan Jalal, capo della sicurezza, e il primo ministro kurdo.