The debate “is it freedom-fighting or is it terrorism?” is well standing, even after 9/11, the London and Madrid bombings. There are still those who try to distinguish whether a violent activity against civilians can be considered legitimate as means of struggle or it is unacceptable terror in order to coerce governments to give in to demands. And of course the actors behind even of the crudest violence deny the words “terrorism” and “terrorists” that express pejorative notions and label them as the “bad guys”.
All posts by Marco Lombardi
5 agosto 2009 – La cooperazione tra le università italiane e quelle afghane potrebbe avviarsi a breve: con questo scopo ha visitato in questi giorni l’Afghanistan Marco Lombardi, docente di Lettere e Filosofia dell’Università cattolica del Sacro Cuore, su richiesta del ministero dell’Educazione di Kabul. Supportato dal Comando della missione Nato ‘Isaf’, il professor Lombardi ha effettuato la sua visita con l’esplicito intento di realizzare progetti di sviluppo in ambito educativo, patrocinati dall’Università italiana, che in tempi brevi potrebbero portare alla prima cooperazione interuniversitaria tra i due paesi. In particolare, si studia la fattibilità di corsi di formazione per giovani ricercatori afghani in Italia, e a Kabul con il contributo di nostri docenti, nella fattispecie per quanto riguarda l’Università di Herat. Nel suo giro consultivo Lombardi, tra gli altri, ha incontrato alcune personalità locali, tra cui il ministro dell’Educazione Wardak e il vice ministro Baburi . L’Ambasciata italiana lo ha quindi ringraziato per la partecipazione, che “ha dato ulteriore prestigio alla presenza italiana in Afghanistan”. Lo rende noto l’Ansa.
Il ciclone Nargis: considerazioni un anno dopo – by Barbara Lucini
E’ passato più di un anno da quel 2 maggio quando il Myanmar[1], ex Birmania, e precisamente l’area geografica dell’Irrawaddy viene percorsa e percossa dal ciclone Nargis classificato di categoria 3. Il vento è soffiato ad una velocità di 200 km/h distruggendo al suo passaggio molte città e villaggi della zona, in particolare la città di Bogalay dove sono stati rasi al suolo quasi tutti gli edifici presenti, ed allagando Yangon con l’ondata di piena che ha preso vita.
Un nuovo libro di ITSTIME: New Technology: Terrorism and an International Prevention-Repression Strategy
From the second half of the the years ’90s, we are assisting to a progressive internationalization of ‘Terror(ism)’, through the diffusion on a large scale fo the New Technology as an essential component of our lives. National and International Terriorism, in fact, has found a great ally in technological instruments and, in particular, Internet, since they guarantee a high level of anonymity and they respresent new channels of communication, essential to keep internal contacts among the members of a single terrorist organization and they are fundamental instruments also to develop an international network of connections both for idelogogical support, as well as for massive recruitment campaign. New technology has also developed new and more aggresive “technological weapons” (mass-destruction armaments and CBRNE weapons), used by the criminal terrorist organizations for creating new and alternative forms of blackmailing the International Institutions and the ‘Civil Society’. These armaments are also considered a new source of raising funds for financing terrorism, because of the illegal trade of toxic and nuclear material. The time is mature for clarifying the concrete subversive capability of the several Terrorist movements that at a National-Intentional level represents a menace to the ‘global security’, in the light also of the fact that New Technology has progressively contributed in creating a world without spatial and temporal frontiers, through Internet and the technological instruments. This research also has the aim to develop a new program of prevention/repression strategy against Terrorism in any form and idelogical identity, to shorten the distance between the Terrorist phenomenon and the capability of the International Society to prevent and control this ‘pathological’ problem, using the same technological instruments exploited by Terrorism: from an ‘asymmetric war’ to a more and more ‘symmetrical war’, where the battle-field is the the Informational Technology.
Il nuovo volume della serie ITSTIME: Terrorismo suicida
Finora non sono state le sofisticate armi di distruzione di massa a diffondere la paura e il panico dell’attentato terroristico, bensì l’organizzazione precisa, le semplici tattiche e l’effetto a sorpresa causati da persone intenzionate a rinunciare alla propria vita pur di uccidere il loro nemico: oggi il male del terrorismo suicida colpisce un numero consistente di paesi.
Questo volume si propone di approfondire alcuni aspetti delle missioni suicide dal punto di vista operativo, storico, legislativo e strategico al fine di chiarire il fenomeno attraverso molteplici approcci, nello spirito della ricerca applicata di ITSTIME, per contribuire a formulare una risposta alla domanda che in tanti ci si pone: “È possibile fermare chi per uccidere è disposto a uccidersi?”
Sorveglianza, controllo e privacy
Inizia oggi il primo appuntamento a scadenza mensile dedicato ai temi della sorveglianza, del controllo e della privacy.
Leggi le note a margine degli incontri: VideoSorveglianza
December 2008 – Riots in Greece: Law, Order and the Police, by Maria Alvanou says that the riots that followed the recent police shooting of a Greek teenager in a troubled district of Athens highlight major problems facing Greek police forces and the need for tougher legislation and implementation of laws against police brutality and abuses. On December 6, a 15 year-old boy named Alexandros Grigoropoulos was shot dead by a special guard of the police force patrolling with his colleague in the Exarheia district of Athens. This tragic event led to student and youth protests that escalated into rioting and looting by anarchists in almost all cities of Greece. More then a week later unrest continues, with Athens looking like a war zone. There seems to be no end to violence and there are serious political and social issues involved…..
Mumbai attacks: operational strategy and significance – by Maria Alvanou
The attacks in Mumbai were named by many the 9/11 of India. Not without reason, since it was a mega-hit that will constitute a landmark in the history of terrorism, because of the horror it caused. India certainly constitutes the target of terrorist activities for years now and for this reason the authorities of the country collaborate for their counterterrorism strategy and training with the Israelis (considered specialists in this sector). However, the simultaneous attacks in hotels and the Jewish religious centre, the kidnapping and killing in cold blood of tourists left the world speechless watching this new show of terror in the international scene.
What is Hidden Behind the Idea of the Caucasian Emirate? – by Tamara Pkhakadze
Caucasian Emirate was created on October 31, 2007 by the former president of the Chechen Republic of Ichkeria, Doku Umarov. He abolished the Chechen Republic of Ichkeria and its presidency, and turned Ichkeria into one of the provinces of the Caucasian Emirate. Besides the province of Chechnya, the Caucasian Emirate is composed of the following (Wilayahs), provinces: Igushetia, Dagestan, Ossetia, Kabardino-Balkaria and Karachay Cherkessia, Stavropol Krai, inhabited by the Nogay people.
The Last Resort: le ultime armi di convenienza del jihadismo globale – by Emilio Palmieri
Da qualche tempo sulla stampa internazionale vengono riportate notizie di quella che è ritenuta la nuova strategia del jihadismo globale: l’impiego di attentatori suicidi che possiedono caratteristiche psicologiche e sociali particolari. Si tratta di individui, principalmente donne, sofferenti di disagi mentali, nonché adolescenti sottoposti ad una azione di plagio da parte della virulenta retorica qa’idista.
Rapiti nel Jebel Uweinat – by Marco Lombardi
La questione dei turisti europei rapiti in questi ultimi giorni di settembre in Egitto ha tenuto tutti con il fiato sospeso: l’incertezza degli autori del rapimento, l’incertezza delle mosse diplomatiche in atto e il fascino dei luoghi lontani ha mobilitato, ha incuriosito e interessato. Cerchiamo di capire cosa è successo e dove… aggiungendo qualche considerazione.
Israele si gioca il tutto per tutto – by Giovanni Radini
Mazal tov signora Livni! Con la vittoria ottenuta nelle primarie di Kadima e le successive dimissioni di Olmert, sta al Ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, far uscire il Paese dalla ennesima crisi politica e formare un nuovo governo, capace di mantenere aperto il dialogo con i palestinesi, sulla base dei buoni propostiti espressi al summit di Annapolis nel novembre 2007.