All posts by Marco Lombardi

04Dic/14

Più telecamere = più sicurezza? L’omicidio di Loris pone la questione – by Chiara Fonio

Il prefetto di Santa Croce ha annunciato un nuovo piano per la sicurezza: più telecamere e polizia. L’omicidio del piccolo Andrea Loris Stival ha dato una notevole accelerata al “patto per la sicurezza” . L’implementazione della videosorveglianza è presentata quasi come un fatto “naturale”: in fondo è grazie alle telecamere che sono emerse alcune contraddizioni significative e preoccupanti. Le immagini della videosorveglianza raccontano, per ora, un’altra storia rispetto ai fatti descritti dalla madre: il bambino non è stato accompagnato a scuola.

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02Dic/14

Social Media Intelligence: un nuovo spazio per la raccolta di informazioni rilevanti – by Alessandro Burato

L’utilizzo dei social media come strumento per monitorare gli aspetti più disparati è stato impiegato sin dalla loro comparsa sul panorama mondiale. Quando questa indagine migra dalla molteplicità di temi dei quali si può occupare per dirigersi verso un utilizzo puntuale in materia di sicurezza prende il nome di SOCMINT ossia SOCial Media INTelligence. Ambito di indagine sicuramente non nuovissimo ma di recente teorizzazione, la SOCMINT cerca ancora uno spazio all’interno del dibattito accademico per la sua collocazione nel più ampio spettro delle declinazioni dei processi di intelligence. Oltre a questo aspetto di pura disquisizione teorica, altre riflessioni si aprono sia sul piano metodologico che deontologico. Continue reading

27Nov/14

Libia: il ruolo di attore principale a cui l’Italia non può rinunciare – by Claudio Bertolotti

L’Italia deve essere parte del processo di stabilizzazione della Libia, anzi deve indirizzarlo e coordinarlo perché è un interesse nazionale vitale, con ogni probabilità il più importante. Sicurezza fisica e sicurezza economica sono le ragioni che impongono una decisione importante: andare in Libia, senza se e senza ma. Continue reading

20Nov/14

La strategia comunicativa di IS evolve: Cantlie, Kassig e ora la chiamata dei francesi – by Marco Lombardi

La comunicazione di IS è sempre più strategica e ben condotta: di certo tra le miglia di combattenti occidentali di IS c’è qualcuno che si è formato nelle nostre università e nel Califfato non ha imbracciato l’AK47, ma utilizza gli strumenti per la post-produzione video.

E’ di ieri, 19 novembre, l’ultimo anello della catena.

Una delle major di IS, al-Hayat Media Center, ha lanciato via social un video di 7 minuti e 19 secondi intitolato “Cosa state aspettando” in cui sono protagonisti Abu Osama al-Faranci, Abu Maryam al-Faranci e Abu Salman al-Faranci: come si evince dal nome sono tre francesi che in lingua francese (ma con sottotioli in arabo e inglese) chiamano alla guerra giovani occidentali. “Ci sono a disposizione armi e automezzi e bersagli pronti per essere colpiti. C’è anche il veleno a disposizione, per avvelenare l’acqua e il cibo dei nemici di Allah. Uccideteli e sputagli in faccia e schiacciateli con le vostre automobili” proclama l’anchorman rivolgendosi ai giovani francesi.

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18Nov/14

Foreign Fighters – Combattenti stranieri per ISIS e “tagliatori di teste” – By Marco Lombardi

Come spesso accade intorno a IS c’è scalpore e sorpresa: ingiustificata.

IS sta perseguendo i propri obiettivi secondo una strategia arguta e lineare, in cui combattimento, assassinio di massa, comunicazione, azione economica e politica convergono nel progetto di costituzione dello Stato Islamico. L’impiego dei combattenti stranieri si colloca in questo puzzle che non può stupire in quanto il disegno è evidente.

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10Nov/14

La schiavitù e IS – by Marco Lombardi e Alessandro Burato

Dabiq è il magazine pubblicato da IS in cui si danno indirizzi religiosi, politici e strategici del Califfato. Sull’ultimo numero di Dabiq, a pagina 14, comincia un lungo articolo che giustifica la schiavitù delle donne catturate concludendo che “Prima che Shaytān riveli i suoi dubbi alle menti e ai cuori deboli, uno dovrebbe ricordarsi che rendere schiave le famiglie dei kuffār e prendere le loro donne come concubine è un aspetto fortemente riconosciuto dalla Sharī’ah.Se uno la rifiuta o la deride, è come se rifiutasse o deridesse i versi del Qur’ān e le narrazioni del Protefa (che la pace sia con lui) e quindi rifiutase l’Islam. In fine, un numero di studiosi contemporanei ha detto che l’abbandono della schiavitù ha comportato un aumento della fāhishah (adulterio, fornicazione, ecc.), perché la Sharī’ah  non prevede alcuna alternativa al matrimonio, quindi un uomo che non può permettersi il matrimonio con una donna libera si trova circondato dalla tentazione del peccato. In aggiunta, molte famiglie musulmane che impiegano domestiche per i lavori di casa, affrontano la tentazione di una proibita intimità e la conseguente zinā tra l’uomo e la domestica. Qualora questa fosse sua concubina la relazione sarebbe legale. Queste ancora sono le conseguenze dell’abbandono della jihād.”

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30Ott/14

Has the military to be considered the next “soft target” of opportunity? – by Emilio Palmieri

The recent Ottawa attack, where an active duty soldier was shot dead by a would-be “militant jihadist”, has brought to light an emerging targeting paradigm that is worth being addressed: has the military garrisoned in Western barracks been a suitable target by violent extremist networks in recent years? In other words, could it be considered a new objective of opportunity within the category “soft-target”? Continue reading

ITSTIME – OSINT e SOCMINT al King’s College London

ITSTIME partecipa all’Advanced Open Source and Social Media Intelligence Training organizzato dall’International Centre for Security Analysis del King’s College London.

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Con la partecipazione di uno dei nostri ricercatori alla giornata di approfondimento sulle tematiche OSINT e SOCMINT si apre ufficialmente la nuova branca di ricerca di ITSTIME relativa alle strategie, alle tecniche e alle future sfide dettate dall’utilizzo di queste pratiche di intelligence.

Referente ITSTIME area SOCMINT: Alessandro Burato

21Ott/14

Ebola free! Nigeria:1 / Ebola:0 – by Alessandro Burato

E’ di ieri la notizia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo Stato della Nigeria libero dal virus Ebola, dopo un periodo di 42 giorni durante i quali non è stato rilevato alcun nuovo caso di contagio. Il primo caso si era presentato il 20 Luglio scorso quando un diplomatico liberiano-americano si era sentito male nell’aeroporto di Lagos. Date le deboli o inesistenti procedure di emergenza il paziente “zero” (per la Nigeria) è stato in grado di infettare diverse persone, specie tra il personale medico che lo ha assistito al nosocomio presso il quale era stato trasportato. Totale: 20 casi, 8 decessi, 898 contatti tracciati (351 di primo o di secondo grado e 547 di terzo grado) [1] per accertamenti e procedure di controllo e di contenimento dell’epidemia. Continue reading