Lunedì sera un ventinovenne australiano ha ucciso il portiere di un palazzo di Brighton, ricco quartiere di Melbourne, ferito tre poliziotti e preso in ostaggio una ragazza (una escort chiamata poco prima dallo stesso rapitore) poi liberata da un’azione della polizia. Durante il blitz, l’uomo è stato ucciso.
La polizia e i media hanno subito definito l’attacco un attentato terroristico, il che presuppone un fine politico. Tuttavia, di politico c’è ben poco in questo episodio. La sola dichiarazione che l’attentatore ha lasciato dietro di sé è stata una frase detta di fretta al telefono a Channel 7, emittente televisiva locale, durante l’assedio. L’attentatore ha costretto l’ostaggio a chiamare l’emittenete e poi ha urlato: “This is for IS. This is for al-Qaeda”.[1] Nient’altro. Una frase molto generica, poichè tutti sanno che l’ISIS e al-Qaeda sono a dir poco in competizione in Europa e in aperto conflitto nei campi di battaglia siriani e afgani. Ci si aspetterebbe che un jihadista sappia queste cose molto bene. L’attentatore non ha lasciato altre rivendicazioni o comunicati spiegando cosa voleva ottenere con il suo gesto. Questo suggerisce che non abbia avuto una profonda convinzione ideologica.
La storia dell’attentatore è molto simile a quella di altri recenti affiliati all’ISIS, a cavallo tra la marginalizzazione e la criminalità. Si chiamava Yacqub Khayre e nel 2007, a 19 anni, era già stato denunciato per oltre 40 crimini tra cui rapina, furto, possesso di stupefacenti. Nel 2009 si era avvicinato a gruppi estremisti, aveva viaggiato in Somalia dove si dice abbia avuto contatti con al-Shabab, ed era tra i 5 accusati di aver progettato un attacco armato contro la base militare Holsworthy di Sydney.[2] Tuttavia è stato poi parzialmente scagionato dalle accuse e, insieme a un altro degli accusati, rilasciato nel 2010. Nel 2012 era stato arrestato per un ennesimo tentativo di rapina sotto effetto di metanfetamina. Era stato poi messo in libertà vigilata nel dicembre del 2016, e poco prima dell’attacco di lunedì aveva manomesso il bracciale elettronico che ne monitorava i movimenti.[3]
Non è molto chiaro perché non abbia scelto un obiettivo più letale o simbolico di un anonimo appartamento di Brighton, e perché non abbia ucciso il suo ostaggio. Yacqub aveva una pistola, con la quale avrebbe potuto fare molti più danni. Forse è stato ispirato dall’ISIS: le modalità dell’attacco sono state molto simili a quelle consigliate dal magazine dell’ISIS Rumiyah, dove si consigliava di prendere ostaggi e scatenare un assedio della polizia. Tuttavia, al momento queste sono solo speculazioni.
In conclusione, per quanto ne sappiamo, questo attentato è molto simile a tanti altri condotti e pianificati in Australia, in Europa e negli Stati Uniti: poco ambizioso, poco letale, condotto da un individuo con una ampia storia di criminalità e probabilmente con qualche disturbo mentale.[4] Anche in questo caso la poca solidità e convinzione ideologica dell’attentatore non sono stati uno scoglio per la rivendicazione dell’ISIS, che è arrivata prontamente sul sito della sua agenzia ufficiale Amaq dicendo che l’esecutore era un “soldato dell’ISIS”.
Anche in questo caso, abbiamo la conferma che l’ISIS non fa alcuna selezione: accoglie tutti, e rivendica tutto ciò che genera terrore. Non importa che l’attentatore sia un criminale, una persona con disturbi mentali, e nemmeno troppo ideologicamente ferrato. L’obiettivo è quello che conta, e la natura indiscriminata di questi attentati non fa che amplificare la percezione che nessuno è al sicuro. Nemmeno in un noioso quartiere benestante della città in cima alla classifica mondiale della vivibilità.
[1] http://www.theaustralian.com.au/news/nation/two-dead-terror-link-to-gun-fight-in-melbournes-brighton/news-story/884dd05c3948ae4a3d9761f33c784816
[2] https://www.theguardian.com/australia-news/2017/jun/06/yacqub-khayre-melbourne-siege-gunmans-history-of-violent-and-drugs
[3] http://www.smh.com.au/victoria/brighton-siege-two-dead-three-police-shot-in-hostage-situation-20170605-gwl3pd.html?utm_source=twitter&utm_medium=social&utm_campaign=nc&eid=socialn%3Atwi-13omn1677-edtrl-other%3Annn-17%2F02%2F2014-edtrs_socialshare-all-nnn-nnn-vars-o%26sa%3DD%26usg%3DALhdy28zsr6qiq
[4] https://www.ctc.usma.edu/posts/australian-jihadism-in-the-age-of-the-islamic-state