Altro attacco ad un resort, ancora una volta turisti obiettivo di uomini armati provenienti dal mare. Sembra di citare quanto accaduto a Sousse per opera di Rezgui in Tunisia il 26 giugno dell’anno scorso. Invece è quanto è accaduto oggi in Costa d’Avorio in un attacco, rivendicato al momento da AQIM, che ha visto coinvolte 3 strutture turistiche nelle quali hanno perso la vita 16 persone.
Già ci siamo chiesti più volte il motivo per cui venga scelto come target il settore turistico e se queste siano gli obiettivi primari delle azioni terroristiche, visto il bilancio degli attacchi avvenuti dal 201 ad oggi. Evidentemente, il terrorismo persegue il suo obiettivo primario, ossia diffondere il terrore attraverso la minaccia, in molteplici modi e il turismo si trova facilmente in una posizione chiave per colpire, attraverso la limitazione della libertà di movimento, tre aspetti cardine della società contro la quale combatte: la comunicazione, il nostro modo di vivere, l’economia.
Gestire in maniera pro-attiva, prendendo consapevolezza della diversità delle minacce, conoscendole a fondo ed essendo pronti a predisporre tutte le misure di sicurezza necessarie per ridurre i danni di eventuali attacchi, è ciò che nell’immediato futuro sarà il discrimine per non veder e ridotta la libertà a cui non possiamo rinunciare, ossia a quella di sentirci sicuri.
La cronca recente
Nel periodo compreso fra il 2001 e il 2016 il settore turistico e dei trasporti è stato colpito dal terrorismo circa 366 volte, con attacchi che hanno interessato più di 58 paesi, in 8 diverse regioni del mondo e con una concentrazione che ha visto, in ordine, Asia del sud, Medio oriente e nord Africa, e Africa sub sahariana come i principali bersagli. È necessario aggiungere che anche l’Europa, con 29 attacchi subiti, risulta essere un target ricorrente.
Solo guardando al 2015 e all’inizio del 2016, gli attacchi terroristici sono stati 13, ovvero:
* In Tunisia, il 18 marzo 2015, pochi uomini armati di AK47 hanno fatto irruzione nel Museo del Bardo causando la morte di 24 persone, tra cui 21 turisti. Il 26 giugno 2015, a Sousse, sempre in Tunisia, 38 turisti sulla spiaggia di un resort sono stati freddati come in un’esecuzione da uomini armati.
* Nelle Filippine, l’8 ottobre 2015, Rolando del Torchio, ristoratore italiano, è stato rapito da un gruppo di miliziani nella sua pizzeria situata nella regione di Mindanao, nel sud del paese.
* In Egitto, il 31 ottobre 2015 un aereo di linea russo è stato abbattuto nei cieli del Sinai, causando la morte di 224 passeggeri. Il 7 gennaio 2016, un bus di turisti arabo- israeliani è stato assaltato davanti al Three Pyramids Hotel del Cairo e, ancora, il giorno seguente, l’8 gennaio 2016, alcuni terroristi hanno attaccato il resort di Hurghada sul Mar Rosso causando il ferimento di due turisti austriaci e di uno svedese.
* In Francia, il 13 novembre 2015, Parigi e più precisamente lo stadio di Francia e diversi locali situati lungo il 10° e 11° arrondissement, tra cui il celebre teatro Bataclan, sono stati colpiti da un commando di terroristi che ha causato la morte di 129 persone.
* In Mali, Il 20 novembre 2015, un commando di 10 miliziani ha preso in ostaggio circa 170 persone presso il Luxury Hotel di Bamako. Al termine delle operazioni di salvataggio, 19 persone hanno perso la vita: tutti viaggia- tori presenti nell’albergo per motivi di lavoro.
* In Daghestan, il 29 dicembre 2015, un commando terrorista ha aperto il fuoco contro un gruppo di turisti in visita all’antica fortezza di Naryn-Kala, a Derbent, causando un morto e 11 feriti.
* In Turchia, a Istanbul, il 12 gennaio 2016, un attacco kamikaze nel cuore turistico della città, Sultanahmet, è costato la vita a 10 turisti tedeschi, causando il ferimento di altri 15.
*In Indonesia, a Jakarta, il 14 gennaio 2016, hanno avuto luogo una serie di attacchi terroristici contro uno Starbucks e una postazione della polizia in centro città. Secondo la polizia indonesiana sono state uccise 8 perso- ne, tra cui 4 terroristi, 3 civili indonesiani e uno straniero di nazionalità canadese.
* In Burkina Faso, il 15 gennaio 2016, un attacco terroristico all’hotel Splendid, Cappuccino cafè e hotel Yibi nella capitale, Ouagadougou, con presa di ostaggi, assalti con armi leggere e de agrazioni, ha causato 30 vittime e decine di feriti.
* In Somalia, il 20 gennaio 2016, alcuni miliziani hanno attaccato il Beach View Cafe situato sul lungomare di Mogadiscio, causando la morte di 20 persone.
Quali perdite vengono inflitte attaccando il turismo
Gli attacchi sopra elencati sono complessivamente costati la vita a 479 persone, la maggioranza delle quali turisti. Oltre alle vittime causate, aggiuntive e ingenti perdite derivano dai danni riportati dalle strutture colpite come locali, hotel, aeroporti, aerei e via dicendo. A scopo esemplificativo, i soli danni fisici subiti dagli Stati Uniti e dovuti agli eventi dell’11 settembre 2001 ammontarono a 15,5 miliardi di dollari.
Danni diretti alle economie nazionali
Turismo e trasporti rappresentano delle componenti critiche delle economie di molti paesi e le perdite sostenute da tali settori influiscono pesantemente sul prodotto interno lordo (PIL) nazionale, con effetti negativi che si estendono anche all’economia globale. Basti pensare che il settore turistico e dei trasporti, a livello internazionale, è un business che vale circa 6.9 trilioni di dollari e che ha determinato lo spostamento di 1.13 miliardi di turisti nel solo 2014.
Queste sono le perdite economiche causate da alcuni di questi attacchi: in Tunisia, le previsioni ammontano a 500 milioni di dollari, 1⁄4 dei 2 miliardi di dollari incassati dal settore turistico nazionale nel 2014; in Egitto facendo riferimento solo al Sinai, la prevista riduzione delle entrate annuali del settore turistico è del 10%, su un totale di introiti che nel 2014 si aggiravano intorno ai 7.2 miliardi di dollari; in Francia il settore turistico occupa circa il 7.5% del PIL e le perdite sofferte sono stimate a 1.8 miliardi di euro, un danno che è compreso fra 800 milioni e 1 miliardo di euro se calcolato sull’intero settore turistico e dei trasporti europeo; le perdite potrebbero rivelarsi molto onerose anche in Indonesia e Turchia dove turismo e trasporti hanno garantito ai due paesi rispettivamente 23 e 34 miliardi di dollari nel 2014.
Danni indiretti: riserve monetarie e investimenti
Il turismo è anche una grossa fonte di riserve di valuta estera per le varie economie nazionali e di occupazione, impiegando globalmente più di 265 milioni di lavoratori, dunque gli effetti negativi degli attacchi subiti si allargano ulteriormente.
Inoltre, quando un paese viene colpito da un attacco terroristico, la sicurezza percepita crolla e il rischio legato al concludere affari decolla, di conseguenza: gli investimenti esteri calano, i costi delle transazioni economiche si alzano e vantaggiose opportunità di fare business sfumano. Tentando di quantificare, un attacco terroristico può arrivare a pesare quanto una “tariffa nazionale” del 30% sulle attività commerciali.
Danni alle compagnie operative
Altri costi economici, causati dagli attacchi terroristici, possono essere messi in relazione alle spese dirette sostenute dalle compagnie che operano nei paesi in cui turismo e trasporti sono sotto attacco. Questi costi derivano dalla gestione dell’emergenza per la gestione delle strutture colpite (aeroporti, hotel, ecc.), delle prenotazioni, dei rimpatri, dei rimborsi; dalle eventuali ricollocazioni verso diversi mercati; dalle perdite delle quotazioni nei mercati azionari, dove la minaccia del terrorismo potrebbe diventare panico nei volatili mercati finanziari, sconvolgendo gli orientamenti degli investitori. Un attacco come l’abbattimento dell’aereo russo in Egitto ha causato quasi il 7% di ribasso a Thomas Cook e l’1% a TUI e gli attacchi in Tunisia hanno generato perdite stimate in 25 milioni di USD sempre a Thomas Cook e di 40 milioni di dollari a TUI.