È appena stato diffuso dall’agenzia del Daesh A’Maq il video di Mohammed Delel, il rifugiato siriano di 27 anni che si è fatto esplodere a Ansbach. Ormai siamo abituati al format e il video dell’agenzia del califfato sta diventando un momento atteso.
I precedenti sono il caso di Larossi Abballa, attentatore che accoltellò a Jean-Baptiste Salvint, vice-comandante della polizia giudiziaria nel dipartimento francese delle Yvelines, e la moglie causandone la morte dei due agenti. E ancora, Amaq aveva diffuso quasi in diretta le immagini in diretta dall’interno del ristorante l’Holey Artisan Bakery a Dacca. Poi la pubblicazione del video di Muhammad Riyad, diciassettenne afghano, poco prima che ferisse cinque passeggeri a bordo di un treno diretto a Wurzburg, in Germania.
Daesh continua per la sua strada, quella della guerra ibrida, con l’arma che meglio conosce: quella della comunicazione. La tensione sociale è alta: ieri i due allarmi bomba di Milano e Vantimiglia, ai quali si aggiunge quello di Londra, dimostrano che forse stiamo andando oltre.
La doppia radicalizzazione sulla quale punta il Daesh è esattamente esplicitata da quanto sta accadendo negli ultimi giorni: da una parte, la radicalizzazione e il reclutamento, o semplicemente l’ “appropriazione indebita” di azioni che nel modus operandi siano riconducibili a quelle propagandate, dall’altra, un processo di radicalizzazione interno al mondo occidentale che fibrilla nel vedere attacchi del Daesh ovunque, facendo aumentare la percezione di insicurezza e la confusione.
Sebbene quella dei lupi solitari sia stata giustamente definita una “non strategia”, paragonata a quella alla quale eravamo abituati, è strategicamente utile a raggiungere gli obiettivi del Daesh.
È necessario continuare a lavorare per comprendere ed analizzare le cause di questi gesti in un’ottica di lungo periodo, ma al contempo è urgente nel breve periodo lavorare sugli effetti, non solo degli attacchi, ma anche e soprattutto della pressione che in questi giorni si sta facendo pesante. O la battaglia si vince anche in questo campo o si perde.
Adottiamo le strategie del Daesh a nostro vantaggio: già tutti gli apparati di sicurezza sono al loro posto ma devono essere accompagnati da una comunicazione che smorzi la tensione fornendo consapevolezza e chiavi di lettura di ciò che accade per allentare l’insicurezza dettata dall’allarmismo.