Aereo precipita su New York: torna la paura – by Marco Lombardi

A due mesi e un giorno di distanza dall’attacco al World Trade Center di New York le coincidenze sembrano guidare le reazioni alla caduta dell’Airbus A-300 dell’American Airlines: ancora a New York, ancora su un quartiere abitato della città, il Queens, ancora nelle prime ore del mattino (le 9.15 ora locale).

Come sempre accade nelle situazione di crisi il bisogno di “razionalizzare”, di dare senso all’accaduto, è prioritario anche a costo di attivare percorsi cognitivi su analogie che sembrano avere al momento consistenti coincidenze. Nel caso in questione, tuttavia, le differenze sono molteplici: la differenza di un giorno è estremamente significativa per un “attentato commemorativo”, di fronte a noi c’è un soggetto della comunicazione che utilizza strategie precise ed efficaci, capace di maneggiare i simboli e i segni con arte. Un giorno quale segno del tempo può essere un breve spazio, al contrario tanto se proposto nella sua forma simbolica di ricordo (gli auguri il giorno dopo non valgono allo stesso modo). L’A-300 non è il medesimo modello utilizzato per l’attacco alle Torri: sicuramente ci si può immaginare una convergenza dei percorsi formativi dei terroristi rispetto agli strumenti tecnologici impiegati. L’aereo è precipitato ancora in fase di decollo, quando più probabile è un malfunzionamento e meno funzionale un tentativo di dirottamento; Le testimonianze evidenziano tutte un’ “esplosione”, un guasto, un problema a un motore. Dunque, benché l’esperienza di questi due mesi ci porti a sottolineare le tragiche coincidenze, mentre scrivo una lettura più distaccata delle differenze ci fa propendere per il fatale incidente. Una consolazione? Qui intervengono i fattori personali e soggettivi di valutazione. Forse sì, perché il male intelligentemente procurato fa più paura in quanto rappresentazione concreta della disumanità. Ma tutto ciò è certamente motivo di riflessione sul posto dell’Uomo nel Mondo…. Le fondamenta vacillano.

 

Marco Lombardi