Roma, 22 ago. (Adnkronos) – Jiadisti in casa nostra. Anche il nostro Paese è diventato un “punto logistico per gli jiadisti”, particolarmente per quelli che “arrivano dai Balcani per la Siria”. Della preoccupante realtà parla all’Adnkronos Marco Lombardi, docente all’Università Cattolica di Milano, dal 2008 membro, tra gli altri incarichi, dell’ European Expert Network on Terrorism Issues promosso da Federal Police e dal Centre for Terrorism and Counterterrorism.
“Quello degli italiani arruolati dalla jiad – afferma Lombardi – è un problema che stiamo vivendo almeno da due anni. Da un anno a questa parte, il problema è diventato un caso particolare”. Lombardi ne descrive le peculiarità: “La matrice e caratteristica comune di questi italiani tra gli jiadisti è che la maggior parte di loro sono seconde generazioni che si trovano inadeguate nei luoghi d’origine e vanno nel jiad siriano. Ci sono evidenti segnali per poter dire che l’Italia è diventato un punto logistico”. Il docente esperto di terrorismo si riferisce soprattutto agli jhiadisti che dai Balcani si dirigono in Siria.
Lombardi si sofferma anche sulle modalità di reclutamento della jiad: “il reclutamento avviene principalmente attraverso il web e attraverso l’indottrinamento teologico degli imam. Anche strategicamente si vede come la Siria stia diventando un punto di training per combattenti pronti alla jiad nei Paesi d’origine”. Quanto al fatto che il terrorismo, come si denuncia da più parti, continui ad essere foraggiato con armi e soldi nella completa indifferenza, l’esperto ricorda che si tratta di una pratica diffusa da tempi lontani. “Oltre vent’anni fa anche a Milano si raccoglievano soldi per i mujaidin e ora ci accorgiamo che le armi che diamo si ritorcono contro di noi”, dice.
L’ esperto di terrorismo si sofferma anche sul sequestro di Vanessa e Greta: “darei per scontato che le due cooperanti siano in mano all’Is che non ha mai avuto rispetto per le donne. La situazione – riconosce Marco Lombardi – è davvero delicata”. Più in generale, Lombardi ritiene che l’Is costituisca una “minaccia a lungo termine. E’ la prima volta che abbiamo uno stato terrorista che rappresenta un incredibile polo di attrazione. Già un mese fa sostenevo che non vedevo altra via di uscita che un attacco dall’aria supportato dagli Usa”.
Una realtà l’Is, dice l’esperto, “tra le più ricche in assoluto”. Perciò ritiene irrisoria la richiesta di riscatto di cento milioni (“per loro non sono niente”, dice) che sarebbe stata avanzata alla Casa Bianca dall’Is per la liberazione di James Foley poi decapitato. Nei confronti di una “minaccia a lungo termine”, Lombardi non vede altra via d’uscita se non una “completa rivoluzione del sistema politico. Vedo la volontà di eliminare l’Is ma non vedo la capacità di uno sguardo medio lungo”, conclude.