Era il 30 giugno 2012 quando il quotidiano The Sun da la notizia che l’account gmail personale di Katy Kay (special advisor del ex primo ministro Tony Blair) è stato compromesso da “TriCk” nickname online di Junaid Hussain- classe 1994 (18 anni appena compiuti) – crew member di “TeaMp0isoN” . Inseguito alla compromissione dell’account email, Il diciottenne divulga online i contatti trovati nella rubrica appartenenti a Blair, sorella, cognata e di altri membri del parlamento inglese… Il 27 luglio Junaid viene rinchiuso per sei mesi in carcere. Ma oltre quel colpo davvero “fortunato” la sua crew si è sempre solo limitata a tentare di crackare siti istituzionali come quelli della NATO e utilizzare rudimentali tecniche di phreaking volte a saturare con “scherzi telefonici” le linee del centralino anti-terrorismo del mi-6 (audio di un scherzo telefonico). Questo spavaldo modus-operandi presto ha portato all’arresto anche del resto dei componenti del gruppo , quindi la fine di TeaMp0isoN.
Uscito di prigione sotto cauzione, da Birmingham “TriCk” riesce a scappare in Siria con l’intento di offrire il suo know-how alla cyber-jihad.
Oggi Hussain ventenne è ricomparso in rete, sotto lo pseudonimo “Abu Hussain al-Britani”, a differenza di altri hacker jihadisti che operano nell’ombra, in profondità nella rete, lui ha mantenuto il suo classico modo di fare, non sono poche le sue manifestazioni sui canali online in cui posta, e fa selfie armato e pronto a combattere, annunciando di essersi stanziato in Iraq.
Le fonti di informazioni tendono a posizionarlo all’interno di un gruppo di cyber-jihadisti con il preciso intento di bucare server di istituzioni bancarie e finanziari allo scopo di prosciugare i conti correnti trasferendo i fondi verso altri conti medio-orientali gestiti da cellule terroristiche . Se questo fosse vero penso sia plausibile dedurre che Hussain in Iraq abbia trovato hacker più esperti che gli hanno trasmesso nuove conoscenze che sicuramente ai tempi del TeaMp0isoN non possedeva.
I membri di questi speciali cyber-gruppi possiedono competenze informatiche di buon livello che permettono di non temere troppo il manifestarsi alla luce del giorno attraverso post su: twitter, facebook, instagram, etc.. Pienamente consapevoli del fatto che i servizi d’intelligence di tutto il mondo stanno monitorando qualsiasi minima attività sui loro spazi virtuali in cerca di possibile indizi, loro non si fanno problemi a continuare l’utilizzo di questi canali facendo rimbalzare più volte le loro connessioni internet attraverso proxy e shell hackate in giro per il globo rendendo impossibile la loro geolocalizzazione e lasciando solo quelle tracce che sanno di voler lasciare.
Questi gruppi di hacktivist jihadisti che quotidianamente sferrano attacchi a banche, istituti finanziari e siti istituzionali , mettono anche a disposizione il know-how necessario ai gruppi addetti alla “Social Business Strategy” di ISIS o al qaeda della situazione. Utilizzando le tecnologie messe a disposizione, come proxy anonimi e tecniche di spoofing online i gruppi come quello di Abu Abdullah Al Brittani presidiano quotidianamente i social networks facendo comunicazione e recruiting world wide.