L’operazione antiterroristica condotta dagli USA in Siria nella notte tra il 2 e il 3 febbraio ha portato alla morte di Abu Ibrahim Hashimi al Quraishi, leader di Daesh e successore di Al-Baghdadi.
La sua uccisione solleva diverse domande e apre a nuovi scenari:
- Chi sarà il successore? Assisteremo all’ascesa di un califfo coerente con la catena gerarchica in Siraq (come è stato per Abu Ibrahim) o forse sarà l’occasione per una nuova leadership collocata in Africa o, invece, in Khorasan?
- Come si lega l’operazione di oggi all’attacco condotto da Daesh alla prigione di Ghwaryan? È possibile che il recente aumento di operatività da parte delle milizie jihadiste abbia segnalato agli USA l’urgenza di pianificare una killing-mission verso una figura ritenuta cruciale nella ritrovata capacità operatività di Daesh?
- È possibile che la competizione tra organizzazioni jihadiste aumenti? Al-Qaeda potrebbe capitalizzare a livello mediatico o militare?
- La regione di Idlib si conferma come safehaven dei leader di Daesh, ma anche come target di rilievo per le forze anti-Daesh. Abu Ibrahim Hashimi al Quraishi è caduto vittima di un blitz a circa 30 km dal luogo in cui è stato ucciso Al-Baghdadi. La regione, per quanto sembri offrire un riparo sicuro, potrebbe pertanto essere permeabile da parte di spie e detrattori di Daesh.
- Come reagirà l’impalcatura digitale che alimenta i sostenitori pro-Daesh (munasirin) digitali? Sostenitori che, sebbene lontani dal fronte, grazie alla quantità di manuali tattici diffusi dalla propaganda possono diventare agenti della controffensiva jihadista.
- Ciò che si osserva sulle piattaforme popolate dai sostenitori pro-Daesh, sin qui, è una negazione dell’accaduto. Si parla di abbattimento dell’elicottero e non di un malfunzionamento, altri parlano del martirio del califfo e della morte della squadra americana. Le diverse opinioni dei sostenitori andranno a convergere non appena il portavoce di Daesh rilascerà la sua comunicazione, molto probabilmente tramite Al-Furqan.
- Al netto delle valutazioni di corso, Abu Ibrahim non è il primo leader jihadista eliminato nel corso degli ultimi anni. Queste operazioni sin qui hanno prodotto un evidente risultato politico e mediatico, senza tuttavia intaccare l’operatività strategica delle organizzazioni jihadiste.
- Al tempo stesso, la peculiarità della figura di Abu Ibrahim come leader lontano dai riflettori e dotato anche di una forte componente militare, potrebbe impattare maggiormente sulle capacità operative di Daesh, diversamente da precedenti operazioni nei confronti di figure apicali.