Ieri, 7 settembre 2006, al- Jazeera e CNN hanno messo in onda l’ennesimo video del jihad. La produzione è quella garantita da As-Sahab, uno dei più noti centri mediatici del terrorismo. Si tratta del medesimo marchio che sabato scorso 2 settembre 2006 si era presentato con un video di 41 minuti: “As-Sahab Media Productions presents An Invitation to Islam by Sheikh Ayman Az-Zawahiri and brother Mujahid Adam Yahya Gadahn -‘Azzam Al Amiriki”.
Una serie di nuovi prodotti mediatici è attesa in occasione dell’anniversario del Nine Eleven e As-Sahab aveva annunciato nei forum una sua realizzazione. Si tratta di vedere se quello di ieri è il video annunciato o solo – come è probabile – una sorta di trailer di qualcosa di più ampio e completo che non è ancora stato distribuito. Una tale comportamento non stupirebbe: la via via migliorata produzione mediatica jihadista si è anche progressivamente raffinata nelle tecniche di promozione della propria comunicazione, complici spesso – più o meno volontari – i sistemi mediatrici dell’occidente, disponibili a fornire spazi a possibili “breaking news” qaediane.
Nell’ultimo video accanto a Osama compaiono numerosi “fratelli” riconoscibili in Sheikh Abu Abdullah, Ramzi Binashibah (coinvolto nel 9/11), Dr. Ayman, Abu Hafs al-Misri (l’Atef ucciso durante un raid nel 2001), KSM. Sono presenti anche i due fratelli al-Shehri, Wail e Walee: Wail al-Shehri, che era a bordo del volo 11, e Hamza al-Ghamdi, a bordo del volo 175, comunicano le loro ultime volontà prima dell’attacco al WTC. E ricompare per la quinta volta Azzam al-Ameriki, figura centrale del video di sabato 2/9. Nel complesso si tratta di un assemblaggio di vecchi materiali che mostrano i preparativi all’attacco alla Torri Gemelle.
Vale tuttavia la pena di puntualizzare qualcosa a proposito dell’Americano, cioè di Adam Pearlman aka Adam Yahiye Gadahn presentato proprio al grande pubblico – ma già bene conosciuto in video e voce – da Ayman Al-Zawahiri lo scorso 2 settembre. Gadahn nasce come Adam Pearlman, figlio del musicista americano Phil Pearlman convertito al crisitianesimo essendo di famiglia ebraica. Carl Pearlman, infatti, padre di Phil e nonno di Adam-Gadahn, è un noto chirurgo ebreo. La famiglia allevava anche oche secondo la regola halal nella fattoria in Winchester – Riverside county, California, per venderle ad alcuni negozianti musulmani. Adam descrive la sua conversione in un post affidato al web nel 1995, e intitolato “Becoming a Muslim”, partendo dalle sue esperienze di giovane oscillante tra le musica heavy metal “dura” e i sermoni intransigenti delle radio cristiane americane. Nel 1998 si trasferisce in Pakistan dove sposa una rifugiata afghana. Comincia quindi la sua ascesa come traduttore di Al-Qaeda: è la sua voce fuori campo o il doppiatore degli anchor-man consolidati, poi star del media system jihadista rivolto al nuovo target del pubblico occidentale.
L’Americano, infatti, si inserisce molto bene nella comunicazione più recente del terrorismo, quella che ormai prevede
- i sottotitoli in inglese,
- il medesimo protagonista non solo di lingua inglese ma evidentemente un convertito,
- proponendosi esplicitamente a un pubblico che non è ancora ne musulmano né jihadista.
A conferma che la battaglia che si sta conducendo attraverso i media è la più importante e determinante, il cui successo jihadista si misura nel rinfoltimento delle file del terrorismo con uomini nuovi, cresciuti in occidente e mimetizzati dentro all’occidente.
Il video di ieri segue il medesimo trend – ma essendo una ricucitura di vecchi materiali e avendo uno scopo celebrativo ampio – conferma anche le tendenze già affermate. Dunque, accanto ai sottotitoli in inglese e all’Americano anche i “fratelli” di battaglia di Osama negli anfratti afghani; rievocazioni dei passati successi jaedisti ma possibili minacce future celate in alcuni visi resi di proposito non riconoscibili (il che significa che “sono tuttora in pista”); esempi di esercitazioni fisiche rudi e di tecniche d’arti marziali. Insomma, ieri è stato fatto troppo clamore gratuito dai media occidentali intorno a un video jihadista non particolarmente interessante, ma non per questo meno pericoloso in termini di propaganda, promozione e reclutamento.
Ciò richiama alla necessaria responsabilità dei circuiti mediatici occidentali: in sostanza il video di ieri è per nulla interessante rispetto a informazioni nuove sul jihadismo, a strategie preoccupanti di Al Qaeda, a concrete minacce per l’occidente, trattandosi di “roba vecchia” riorganizzata e trasmessa, insomma un’operazione a basso costo da media di seconda categoria.. Eppure da stamattina è annunciato alla radio, presente in ogni telegiornale. E tutto ciò semplicemente perché in TV c’è Osama e i suoi fratelli. Ma Osama, seppure star mediatica, è un terrorista nemico dell’Occidente: fino a quando i media Occidentali non si assumeranno la responsabilità della partecipazione alla battaglia, saranno buoni inconsapevoli alleati dei nostri nemici e loro grancassa. Quello che As Sahab cerca!