Documento riservato da non divulgare alla data di dicembre 2003 – Reso pubblico a dicembre 2005.
La missione si è svolta dal 23 agosto al 1° settembre 2003, dopo essere stata rinviata dalla data programmata del 23 luglio per ragioni di sicurezza in Iraq. La missione ha avuto luogo dietro invito dell’Università di Sulainami, con la quale il dpt. di Sociologia già aveva contatti. L’obiettivo della missione era di stabilire contatti con l’Università di Sulainami per definire prospettive di cooperazione. Oltre a raccogliere informazioni sul Kurdistan Iraqeno.
Dal punto di vista operativo, la missione ha raggiunto Sulaimani via Amman, Baghdad, Erbil usufruendo di un volo di AirServ (ONG americana che ha il compito di garantire i trasporti aerei in aeree di guerra per Cri, UN e Ong). Dopo avere accreditato come Ong l’Università è stato dunque possibile utilizzare questo servizio, che garantisce la sufficiente sicurezza nei trasporti. Sulaimani è stato il centro della attività della missione, che si è spinta anche nelle città di Erbil, di Kirkuk, Halabja e sulle zone di montagna a confini con l’Iran.
Durante la missione è stato possibile incontrare numeri personaggi chiave e di alto livello, con ciascuno di questi ho avuto un incontro personale, parte del quale è stato anche registrato su videotape. Si sottolinea che la missione dell’Università Cattolica è la prima di una università italiana per attivare una collaborazione con l’Iraq nel dopoguerra. Stanno prendendo contatti in questo periodo università americane, inglesi e svedesi.
Elenco degli incontri in Kurdistan Iraqeno:
- Kamal Hamad Khoshnaw, presidente (Rettore) dell’Università di Sulainami.
- Nazar Mohammad Ammin, responsabile degli affari scientifici e “numero due” dell’Università di Sulainami.
- I presidi dei 16 college (facoltà) di cui è composta l’Università di Sulainami.
- Barham Salih, Primo Ministro.
- Narmin Othman, Ministro dell’Educazione.
- Sherko Bekas, il poeta della rivoluzione, promotore di un referendum per l’autodeterminazione del Kurdistan, già Ministro della Cultura.
- Mala Baxtiar (Hikmat Mahamad Karim), capo della confederazione sindacale che raccoglie 38 organizzazioni. Ha un forte potere contrattuale presso il PUK soprattutto in prospettiva elettorale.
- Sarkout Hasan Jalal, capo della sicurezza a Sulainami.
- Rizgar Ali, capo del PUK a Kirkuk e membro dell’Alto Comitato del PUK.
- Kahled Didal, terrorista di Ansar al Islam, detenuto a Sulainami, catturato mentre tentava di farsi esplodere nel 2002.
- Keis Abu Assim (Abu Assi), terrorista di Ansar al Islam, detenuto a Sulainami, unico sopravvissuto del commando che tentò di assassinare il primo ministro, uccidendo i cinque uomini di scorta.
- Ibrahim Yussef Elias, arcivescovo cattolico di Sulainami.
- Freshta Rapr, responsabile del memoriale in costruzione a Halabja.
- Roonak Raiof, animatrice dell’associazione per l’emancipazione delle donne, madre del Primo Ministro.
- Hero Talabani, direttrice della tv KurdSat e moglie di Jalal Talabani-
Oltre a questi incontri numerosi altri, con colleghi di università o semplici cittadini, sono stati realizzati durante la missione. Per ciascuno degli incontri sopra indicati è stata realizzata un’intervista pubblica in videotape. Di seguito si rende conto solo di alcuni punti chiave della missione rimandando ad approfondimenti specifici richiesti.
Stato della sicurezza
In generale la sicurezza in Sulainami è buona. Il rischio locale è circoscritto a episodi di terrorismo delle frange islamiche integraliste (Ansar al Islam). Durante la missione si ha avuta l’eccezionale opportunità di intervistare in carcere due terroristi di Ansar al Islam detenuti. La situazione della popolazione è buona e non mancano né generi alimentari né i servizi. Più problematica appare la situazione – sia per condizioni di vita che per sicurezza in senso stretto – nell’area di Kirkuk, attualmente sotto diretto controllo dell’Amministrazione USA. Le preoccupazioni della sicurezza rimandano, invece, al percorso per raggiungere Sulaimani e al futuro assetto del Kurdistan. In merito al primo punto, si può considerare buona la sicurezza se si raggiunge Sulaimani in auto da Erbil, volando da Amman a Erbil con i servizi di AirServ. Resta pericoloso l’eventuale percorso via terra da Amman. Per il secondo punto vedere oltre.
Prospettive politiche e istituzionali
Il Kurdistan è di fatto autonomo dal 1993, dopo la Prima Guerra del Golfo.
I due partiti al potere PDK e PUK si spartiscono la regione (il primo a ovest il secondo a est), avendo ormai impiantato solide basi istituzionali. Il conflitto tra i due partiti oggi è ridotto e la collaborazione è attivata in una prospettiva di Kurdistan autonomo/indipendente. Il Primo Ministro ci ha dichiarato che “la prospettiva preferibile è quella di un Kurdistan autonomo in un Iraq federale. Purché il Governo non sia fortemente centralizzato, non persegua una politica di arabizzazione, non sia fondamentalista. Altrimenti potremmo rivedere le nostre posizioni”. Rispetto ai paesi confinanti (Turchia e Iran) non vengono messi in discussione i confini, benché con i turcomanni (Kirkuk) si stiano rilevando alcuni problemi di rapporto e con l’Iran problemi relativi all’appoggio fornito ai rifugiati di Ansar al Islam. Sono comunque presenti frange più orientate all’autonomia statuale, ed è in corso di promozione un referendum popolare per l’autonomia del Kurdistan. La politica del Governo appare equilibrata, fortemente orientata a principi di democrazia e laicità. La presenza kurda nel Governo Irakeno è orientata alla promozione di questi principi insieme alla richiesta di riconoscimento della propria identità. Il Governo ha già abolito per legge il delitto d’onore e il matrimonio con più di una donna. Inoltre, persegue con determinazione una politica di pari opportunità: alcune donne siedono già al Governo, tra queste il Ministro dell’educazione. Rispetto alla guerra contro Saddam, l’appoggio agli USA è dichiarato a tutti i livelli. Nei villaggi delle montagne è facile incontrare vecchi kurdi che benedicono gli aerei americani per avere sconfitto Saddam. D’altra parte, le testimonianze raccolte durante la missione riguardanti la politica contro i kurdi del regime Baath evidenziano un’occupazione militare irakena è un tentativo di genocidio nei confronti della popolazione (uso di armi chimiche, “Anfall”, ecc.) molto superiore a quanto comunicato in occidente). Sia il Primo Ministro sia il Ministro dell’Educazione insistono per una collaborazione con la nostra Università, soprattutto in merito allo sviluppo di corsi per la “promozione della democrazia”. La disponibilità delle Istituzioni alla collaborazione è piena.
L’Università di Sulainami
L’Università lavora a pieno regime con circa 8000 studenti (di cui il 46% donne), 300 docenti in 16 facoltà. Le strutture sono adeguate e in buono stato (sale di lettura, sale internet, ecc.). L’Università dispone di strutture per l’accoglienza capaci di ospitare 2000 studenti. Il Governo persegue una politica di promozione della cultura favorendo la frequenza all’Università con una piccola borsa di studio elargita a tutti gli studenti (5 usd per i residenti e 15 per in non residenti). Alcune facoltà hanno corsi solo in lingua inglese. Ma comunque corsi in inglese (oltre che di inglese) sono presenti in ogni facoltà. La facoltà di medicina è riconosciuta dal governo UK. L’organizzazione curriculare è praticamente identica alla struttura italiana pre- riforma. I rappresentanti dell’Università (dal rettore ai sedici presidi incontrati) sottolineano con forza lo statuto di indipendenza e democrazia dell’Università “unico luogo in cui nessuno può entrare armato, neanche gli americani”. Le necessità che si evidenziano riguardano iniziative di promozione degli skill professionali dei docenti; training per la ricerca sul campo in area sociale e politica; formazione in area “social work”; corsi per la promozione della democrazia; sviluppo di temi quali società multietnica e convivenza; conflict resolution; institutional rebuilding. E’ disponibile una precisa e ampia documentazione cartacea dell’Università che illustra per l’anno 2001/02 i curricula, la didattica, i docenti, ecc.
Situazione dei cattolici
La regione autonoma Kurda è uno stato musulmano in cui si può dire che la convivenza religiosa sia possibile e promossa. Il Governo ha realizzato a Sulainami la Cattedrale Cattolica. L’arcivescovo cura 450 cattolici (135 famiglie) e la collaborazione con le istituzioni è piena. Non si nota discriminazione religiosa.
Prospettive di collaborazione
Innanzitutto è utile ricordare che
- l’Università Cattolica è la prima università ad attivarsi in Iraq;
- l’obiettivo è di sviluppare cooperazione educativa e culturale, cioè di investire non direttamente sul piano economico della ricostruzione iraqena, ma su quello più profondo e delicato della formazione delle persone;
- il materiale documentario (in video e foto) raccolto è unico, non disponibile per ora ai media (cfr. interviste ai terroristi).
Questi tre punti evidenziano bene un successo iniziale della missione che è patrimonio a disposizione della nostra Università.
In merito alle piste di collaborazione, queste si possono delineare in:
- con l’Università: interventi di miglioramento della qualità della didattica e iniziative di upgrading dei docenti (corsi e/o scambi di docenti); avvio di corsi specifici quali la metodologia della ricerca, con la realizzazione di ricerche socio-politiche congiunte sul campo; avvio di corsi anche professionalizzanti sui temi della convivenza interetnica, multireligiosa, ecc.
- con l’Università, il Governo e i sindacati: interventi formativi e comunicativi per la promozione della democrazia, rivolti alla emergente società civile, agli stakeholder, al personale delle istituzioni (storia delle democrazia; valori e principi democratici; istituzioni e democrazia; comunicazione e democrazia; identità, cittadinanza e democrazia; ecc.). Tale aspetto può essere il più importante della collaborazione da attivare, perché allo stato attuale permettendo la diffusione di principi e valori, favorisce l’orientamento del nuovo assetto istituzionale kurdo iraqeno
Marco Lombardi