Ieri 24 Luglio 2018 su un bus di linea ad Amburgo una donna è stata colpita con un coltello da un uomo, poi scoperto essere alcolizzato.
E’ uno dei tanti oramai episodi di attacco con coltello, che meritano però alcune riflessioni circa l’evoluzione della sicurezza urbana così come della possibilità di sviluppare resilienza
- le stime indicano un incremento costante di questo tipo di attacchi soprattutto negli ultimi due anni; così come sembra non essere possibile identificare una precisa “geografia degli attacchi” in quanto si sono avuti su quasi tutto il territorio federale
- la linea strategica di copertura mediatica prevede l’interesse della stampa in prevalenza locale e per un brevissimo periodo di tempo 24 – 48 ore
- la percezione dei testimoni e quella del grande pubblica è fortemente orientata dai passati attacchi collegati a terrorismo di matrice islamica. Si sta avverando quella che per le varie organizzazioni estremiste potrebbe essere un vantaggio: diffondere la paura e oltrepassare le attuali classificazioni della matrice. La forma diventa quindi quella di un estremismo che può assumere le definizioni in funzione del contesto, in cui l’atto si origina, creando nel momento contingente un forte livello di dissonanza cognitiva. In aggiunta, l’attribuzione di senso è quasi totalmente demandata al pubblico, alle agenzie di comunicazione e a quelle istituzionali, che mai come ora stanno attuando una preponderante funzione di agenda setting
- così come la matrice è sempre più varia, anche gli autori di questi attacchi hanno caratteristiche demografiche, personali e sociali che diventa difficile porre in un unico quadro interpretativo
- l’arma utilizzata, il coltello, rimanda a significati profondi che possono essere ricompresi in un atto di sacrificio o di una esecuzione
- prima di colpire l’uomo ha gridato frasi antisemite. Un fatto che si concentra sulla necessità di meglio conoscere le dinamiche che vedono l’odio, i pregiudizi e gli stereotipi come driver e attivatori di percorsi estremisti di vario tipo. In questo quadro anche l’hate speech come comunicazione estremista assume una forte valenza
Le modalità di questi attacchi e le loro caratteristiche meritano una specifica attenzione, perché in un quadro di forte rinnovo delle forme estremiste, quella della bassa specializzazione e della diffusività a livello territoriale, divengono strategie resilienti già peraltro utilizzati in altri contesti criminali.
Le sfide per il futuro, partendo dallo studio di caso della Germania, si collegano con le pressanti questioni su scala internazionale che possono essere così riassunte:
- le reali possibilità di prevenzione, e ancora prima di monitoraggio, di atti che hanno caratteristiche di così grande ambivalenza sia da un punto di vista operativo che metodologico
- l’approccio di orientamento alla sicurezza urbana e alle oramai necessarie competenze diffuse di sicurezza condivisa e partecipata fra cittadini e istituzioni
- l’applicazione concreta dei principi di resilienza urbana intesa non unicamente come securizzazione del territorio, ma come implementazione di pratiche e metodi per la prevenzione e la gestione di eventi legati a nuove forme di estremismo