L’assassinio di Cesare Tavella ha posto improvvisi e nuovi interrogativi sulla presenza degli estremisti islamici in Bangladesh, una presenza forse sottovalutata dal Governo italiano.Sulla scheda-Paese relativa al Bangladesh del sito Viaggiare Sicuri della Farnesina si leggeva che “da aprile, la situazione politica e di sicurezza è tornata normale, dopo un periodo di instabilità costellato di incidenti che hanno fatto molte vittime”.
Inglesi, australiani e americani avevano invece da tempo lanciato l’allarme su una plausibile minaccia generale che avrebbe potuto coinvolgere cittadini di vari paesi occidentali e non a caso la nazionale australiana di cricket aveva annullato la partenza per Dacca.
L’Italia e altri paesi europei non sembrano però aver preso sul serio il crescente rischio terrorismo in Bangladesh, nonostante i segnali fossero da tempo evidenti, non soltanto a partire dalle minacce di Ayman al-Zawahiri del febbraio 2015, ma anche a causa di una situazione interna che vede gli ambienti islamisti attivi in una continua e violenta propaganda nei confronti dell’esecutivo della Awami League, partito di ispirazione nazionalista, secolare e socialista.
L’esecutivo Hasina nel mirino del terrorismo islamista
Nella rivendicazione dell’attentato contro Tavella, i jihadisti non hanno dimenticato di accusare nuovamente la premier Shaikh Hasina di essere una “thagout”, una miscredente.
Il suo esecutivo è stato più volte accusato dagli islamisti di perseguitare i musulmani e di portare avanti politiche da “miscredenti”. Il Bangladesh seppur riconosce l’Islam come religione nazionale, ha reintrodotto nel 2010 il laicismo come uno dei pilastri della propria Costituzione, già incluso nel 1972 ma rimosso nel 1977 da Ziaur Rahman.
Ci sono però due episodi che potrebbero essere considerati centrali per quanto riguarda la propaganda anti-governativa degli islamisti:
1- La condanna a morte, commutata in ergastolo nel 2013, con sentenza della Corte Suprema, per Alama Dalwar Hussein, vice-presidente della Jamaa e-Islami, accusato di stupro, tortura e genocidio durante la guerra di indipendenza 1971. Hussein è inoltre stato riconosciuto colpevole di connivenza con i soldati pakistani nello stupro di tre donne, di aver incendiato le abitazioni di bengalesi di religione Hindu e di averne obbligati altri a convertirsi all’Islam.
2- La condanna a morte emessa dalla Corte Suprema del Bangladesh nei confronti di Molla Abdul Qader, leader della Bangladeshi Jamaat e-Islami, inizialmente condannato all’ergastolo dal Bangladeshi International Crimes Tribunal (ICT) con l’accusa di crimini di guerra, tra cui l’uccisione di 344 civili, durante la guerra del 1971. Il riesame della sentenza da parte della Corte Suprema è stata una diretta conseguenza delle proteste di Shahbag del febbraio 2013, quando migliaia di persone si riversarono nelle strade per chiedere la condanna a morte al “traditore della patria” Molla Abdul Qader e la messa al bando della Jamaat e-Islami, eseguita il 1 agosto 2013. Abdul Qader è stato giustiziato per impiccagione il 12 dicembre 2013.
La Bangladeshi Jamaat e-Islami, fondata nel 1941, ha avuto un ruolo chiave nell’appoggio ai militari pakistani e in efferate azioni contro gli indipendentisti e i nazionalisti bengalesi durante la guerra di indipendenza del 1971. L’organizzazione è stata accusata in più occasioni di aver messo in atto crimini di guerra contro civili bengalesi e i suoi membri di aver fatto parte di gruppi paramilitari pakistani. La Jamaat ha anche un suo “braccio” studentesco, l’ Islami Chhatra Shibir, il cui leader storico è Mohammed Nazrul Islam.
Gruppi islamisti in Bangladesh
La presenza di organizzazioni islamiste radicali in Bangladesh era nota da anni, tanto che nel 2009 il governo del Bangladesh ha rilasciato una lista di 12 gruppi islamisti ritenuti particolarmente pericolosi:
1- Harkat-ul Jihad Islami (HuJI)
2- Jamaat-ul Mujahideen Bangladesh (JMB)
3- Jagrata Muslim Janata Bangladesh (JMJB)
4- Shahadat-e-al Haqima (SAH)
5- Hizbut Touhid
6- Islami Samaj
7- Ulema Anjuman al Baiyinaat
8- Hizb-ut Tahrir
9- Islamic Democratic Party
10- Touhid Trust
11- Tamir ud-Deen
12- Alla’r Dal
Harakat ul-Jihad Islami, e Jamat ul-Mujahideen Bangladesh assieme a Ansarullah Bangla e a Khalifat Andolan sono tra le più attive nella propaganda per l’instaurazione di uno “stato islamico” basato sulla rigida applicazione della sharia in Bangladesh. Khalifat Andolan si è distinto, tra le varie cose, per l’accusa di miscredenza nei confronti della comunità Ahmadi bengalese.
I blogger uccisi dagli estremisti
In Bangladesh da gennaio 2015 sono stati uccisi ben 4 bloggers, caduti sotto i colpi degli estremisti islamici e colpevoli di aver promosso la laicità, meglio nota agli estremisti come “miscredenza”.
Ansarullah Bangla ha inoltre pubblicato una lista con 82 persone “condannate a morte” dagli islamisti per essere fuoriusciti dalla “retta via”; tra di loro c’è anche la scrittrice Taslima Nasreen, attualmente rifugiata in India e sotto scorta.
Questo il messaggio originale del gruppo, dove i terroristi minacciano di morte blogger, apostati, atei e anti-islamisti che vengono tra l’altro accusati di essere manovrati dall’India:
“Enemies of Islam and madrassa education, atheists, anti-Islamic apostates, Shahbagi bloggers, acting on behalf of India, are trying to set obstacles in the path of establishment of Islamic caliphate. We demand that the Bangladesh government cancel the citizenship of such enemies of Islam, otherwise we will liquidate them wherever we find them across the world. Our jihad will continue, Inshallah. Amen.- Ansarullah Bangla Team“.
Ansarullah Bangla è tradizionalmente nata come gruppo qaedista seguace dell’ideologia di Anwar al-Awlaki e si è resa responsabile di minacce e agguati nei confronti di diversi blogger e pensatori, tra cui Avijit Roy e Washiqur Rahman. Non si può dunque escludere che il gruppo possa essere anche dietro l’omicidio del cooperante Cesare Tavella, seppur gli elementi attualmente disponibili sono insufficienti per una tale conferma.
C’è da dire che in tempi recenti era ancora al-Qaeda e la sua ideologia a dominare nella confusa galassia jihadista del Bangladesh, è dunque importante capire allo stato attuale fin dove arriva il gruppo capeggiato da Ayman al-Zawahiri e dove subentra l’ISIS, senza dimenticare che con ISIS intendiamo un “brand” e non un’organizzazione gerarchicamente strutturata come al-Qaeda. Non è dunque da escludere che la rivendicazione dell’ISIS per l’assassinio di Tavella sia legata al passaggio di uno o più gruppi islamisti/jihadisti verso l’area ideologica di al-Baghdadi. Un’eventualità già vista in altri contesti come quello del Caucaso.
L’islamismo bengalese a Milano
E’ inoltre opportuno sottolineare che anche in Italia e precisamente su Milano, sono stati segnalati gruppi islamisti, non legati ad ambiti terroristici, ma i cui leader in più occasioni hanno manifestato sui social network appoggio nei confronti di personaggi legati alla Jamaat e-Islami Bangladesh, come i già citati Molla Abdul Qadir e Delwar Hussein, definendoli “innocenti” e accusando il governo Hasina di “genocidio”.
Una di queste associazioni bengalesi aveva ottenuto una delle tre aree messe al bando dal Comune di Milano per la costruzione di una moschea, prima che sorgessero alcune problematiche tecnico-amministrative che hanno rimesso in discussione l’assegnazione dello spazio.