“Muslim Gangs” è il titolo dell’e-book pubblicato durante il mese di Ramadan (inizia a girare online intorno al 27 Giugno) sul futuro dei musulmani nell’Occidente e che inneggia alla formazione di vere e proprie gang per conquistare Roma. Questo ultimo comunicato sembra rievocare le ronde degli anni passati che, nella East London, si resero protagoniste di azioni di “purificazione”, dando alle fiamme cartelloni pubblicitari che ritraevano donne o, peggio ancora, perseguitavano con l’uso della violenza fisica, dei presunti omosessuali.
Ad una prima analisi, e come richiamato nel titolo, pare essere la continuazione di un altro e-book, “How to survive in the west. A Mujhadid guide”, anch’esso di recente uscita, che fornisce tutti gli elementi utili per la doppia vita di ogni buon musulmano in terra d’occidente, evidenziando il suo ruolo di “agente segreto del Califfato”, solitario, legato solo ideologicamente al Califfato medesimo, pronto a colpire al momento giusto con la sottolineatura che tutti i musulmani che disdegnano la difesa armata dell’Islam soccomberanno e verranno imprigionati e torturati dal nemico occidentale. Insieme a tutto ciò, vengono fornite le linee guida per attuare ogni sorta di crimine informatico che riesca ad aumentare il denaro disponibile per la causa di IS, tecniche per una comunicazione telefonica ed epistolare più sicura, navigazione internet senza indirizzo IP, tecniche di base per il combattimento in aree urbane (consigliano caldamente di giocare a Call of Duty [videogioco su scenari di Guerra] per imparare al meglio le tecniche…), ecc..
Si tratta di una vera e propria guida che spiega cosa fare, come procurarsi tutto il necessario per fabbricare armi rudimentali e ordigni esplosivi e come comportarsi in caso di cattura, spiegando prima come agiscono le agenzie di intelligence. Da questo punto di vista si tratta di una formazione al combattimento che, in questi mesi, viene particolare curata da Califfato nella serie di volumi “Resources for the Mujahid”, una collezione di 14 volumi sull’arte delle guerra, e una serie intitolata “Open Source Jihad Trainer: Train in Your Own Home“, di cui è uscito a giugno il terzo volume.
In quest’ultimo ebook degna di nota è anche l’importanza mediatica rivolta a date o simboli particolari, come riportato:
“In Modern Jihad, symbolic places are hit at symbolic dates (i.e. Sep 11th) to get more media attention and to show Muslims still have power. The disbelievers simply have too much Muslims in their midst, and they are scared. They don’t know which direction they should look.”
Con ciò confermando la particolare attenzione strategica che IS pone alla comunicazione.
Infatti, specifici indirizzi sono riservati all’attività di propaganda a supporto degli attacchi da portare ad edifici governativi, stazioni di polizia, infrastrutture critiche (aeroporti, ponti, ecc..):
“The aim of guerilla wars is for a smaller army to defeat a greater army through small sabotage of key area attacks, traps and by surprise [known as: Assymetric warfare.] They do this by doing acts of sabotage, attacking important points of a governments strong points (places and the people).
Ancora una volta l’affondo di ISIS punta a mobilitare la coscienza dei musulmani, promettendo maggiori meriti per il martirio a coloro i quali colpiranno gli infedeli e, soprattutto questa volta, si inneggia all’unione di tutti i musulmani con il fine di colpire gli occidentali infedeli come via maestra per la loro sopravvivenza nei nostri territori.
Queste nuove “istruzioni” però potrebbero far pensare a un cambio di strategia operativa di IS: l’invito ad unirsi in gang promuove la promozione di una forma minima, flessibile e “customizzata” degli zombie che costituiscono il “terrorismo molecolare”.
Questo nuovo fenomeno, se non contrastato e prevenuto, potrebbe aumentare i rischi a cui sarebbe sottoposta l’intera società. Bisogna tener presente però che le minacce a Roma, e a tutti i suoi simboli, sono ormai elementi ricorrenti della strategia di comunicazione di IS e sono riconducibili alla attività di propaganda, senza alcun riscontro reale di attacco imminente- Le stesse “mappe d’azione” pubblicate sono le medesime che con frequenza compaiono in precedenti “Black Flag Books”.
D’altra parte non è possibile sottostimare il rischio di questa attività comunicativa di propaganda. Basta ricordare che nelle scorse settimane è stato smantellato un gruppo “familiare” legato a IS e, proprio ieri, un cittadino marocchino della provincia di Pisa, Jalal El Hanaoui, nato in Marocco ma in Italia dall’età di 8 anni, è stato arrestato con l’accusa di istigare alla jihad.
Nello specifico il tema emergente delle “muslim gangs” è certamente interessante e da monitorare costantemente anche perché sembra coerente con la più generale tendenza della aggregazione in piccole bande criminali estremamente violente da parte dei giovani in numerose città europee. Non sarebbe la prima volta che IS mostra una grande capacità nello sfruttare a suo vantaggio fenomeni più generali che caratterizzano le società occidentali.