Nel mese di Gennaio IS lanciò un attacco alla pagina twitter del US Central Command, attirando l’attenzione degli USA sulle loro reali capacità di utilizzare il cyber non solo a fini di propaganda, ma anche a fini offensivi.
Come riporta The Hacker News, infatti, IS è il gruppo con la maggiore presenza sui social media e il più attivo nelle sue pagine di Youtube, Instagram, Facebook e Twitter.
Tornando alle loro reali capacità offensive nel mondo cyber, sulla base dei dati di una ricerca effettuata da una società di sicurezza (RecoredFuture), i loro attacchi hanno registrato grandi numeri ma senza utilizzare tecniche sofisticate, il che farebbe pensare a delle competenze limitate dei soggetti coinvolti in questo “settore” dell’organizzazione; giusto per rendere l’idea, sono stati registrati attacchi a 19.000 siti web francesi dopo l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo e, ancora prima, negli Usa, fù presa di mira la pagina twitter di Newsweek e il sito web dell’International Business Time.
Quest’ultima considerazione ci porta però ad un’altra riflessione, ovvero chi siano e quante siano le persone che lavorano nel mondo cyber di IS? Quali sono le loro competenze e da dove provengono?
Queste domande, al momento, non trovano una facile risposta ma sappiamo che oltre 2000 account twitter sono stati cancellati perché riconducibili a soggetti vicini ad ISIS.
Uno di questi, identificato anche grazie all’operato di Anonymous, è Junaid Hussain, arrestato nel 2012 per aver violato la casella mail di Tony Blair ed espulso; arrivato in Siria, ha messo subito le sue conoscenze al servizio di IS.
Quanto detto porta a fare una considerazione sull’idea del Califfato di IS.
Come indicato già nel 2014 in un articolo di FoxNews, ISIS pianifica non solo l’instaurazione di una Califfato geograficamente ben definito, ma anche la creazione di un Cyber Califfato, protetto dai jihadsti con grandi competenze informatiche, in grado di utilizzare virus e di hackerare tutte le attività degli Usa e degli altri Paesi occidentali.
Allo stato attuale tutti gli analisti concordano nel dire che la creazione di un cyber Califfato per IS risulta impossibile, perché ci sono delle mancanze “strutturali” alla causa e il livello di capacità e di uomini non è ancora sufficiente per rappresentare una vera minaccia ai vari sistemi Paese occidentali. Bisogna comunque mantenere alta l’attenzione in merito, perché con l’aumento di risorse e di militanti destinati a questo cyber settore, tutto è possibile.
A prova dell’intenzione di creare un cyber Califfato è disponibile questa immagine dell’aereo disperso della Malaysia Airlines. Nessuna rivendicazione di quanto accaduto, ma assolutamente interessante la dicitura..