Oggi tutti i media parlano e diffondo le immagini, anzi i pizzini, con cui gli uomini del Califfato mostrano, con i selfie, di essere già a Milano e Roma. Anzi sono per strada, visto che documentano caselli e autogrill oltre che piazze nobili. Il lancio è stato fatto dal solito monitoraggio di SITE, centro americano.
Alcuni commenti utili, magari per identificare i “maniaci onanisti di IS” (non sono altro, considerata l’incapacità di azione concreta!) li facciamo altrove (connessioni ai profili social, metadati, ecc.). Con questo breve post si desidera sottolineare solo che si tratta di immagini che circolavano almeno da settimane, che rientrano perfettamente nella propaganda minacciosa, che non implicano alcuna capacità operativa collegabile a una minaccia concreta. Le immagini girano su #islamic_state_in_rome che probabilmente va a sostituire il vecchio #We_Are_Coming_O_Rome: quest’ultimo ha una storia particolare. Esso infatti risale al 19 febbraio 2015, aperto dalla direttrice del già citato SITE per informare circa le minacce di IS su Roma. Al suo primo tweet ne a seguono altri, pochi, che inneggiano al jihad ma…. in due giorni le cose cambiano e, da allora, gli italiani a migliaia rispondono a IS con migliaia di sfottò, su come a Roma li possiamo aspettare.
Consiglio di andare a vedere.
Scrivo questo non per sostenere che la minaccia di IS non esiste ma per collocarla nelle misura che le compete:
- la “marcia su Roma” di IS è un ritornello, il mantra, che ricorre da mesi costante e che aumenterà di frequenza nella propaganda orchestrata dal Califfato, anche considerata la stagione di eventi che caratterizzerà l’Italia;
- la minaccia, che è il primo obiettivo e risultato da conseguire del terrorismo, si esprime attraverso la comunicazione non necessariamente attraverso l’azione;
- IS proprio in questi mesi dimostra una minora capacità operativa e soprattutto le minacce poste all’Italia non sono concretamente realizzabili.
Questo significa che il rischio c’è, collegato soprattutto a un certo modus operandi di cui si è scritto in questo sito, ma non è aumentato e, soprattutto, è monitorato dalle istituzioni.
Ma in questa occasione c’è anche da domandarsi perché si rilanciano cose vecchie al momento giusto (per IS), quando non se ne vede la necessità in termini di informazione e documentazione. Chi infatti doveva “anticipare”, già era a conoscenza dei fatti.
Ancora una volta la forza di IS trova vantaggio dalla vulnerabilità dei suoi nemici (tra cui il nostro Paese), da cui una domanda di responsabilità diffusa e competenza necessaria – a cominciare dai media e dagli “esperti” che fanno business – rispetto quanto sia necessario o utile divulgare minacce e “panzane” del Califfo.
La miglior risposta per ora è stata quella della gente, con #We_Are_Coming_O_Rome, che ha dimostrato tutta la potenzialità resiliente della risata.