Magdeburgo 2024 e il terrorismo multipolare: nessuna novità – by Barbara Lucini

L’attentato ai mercatini di Natale di Magdeburgo di qualche giorno fa non introduce grandi novità nell’ambito della definizione di un nuovo tipo di terrorismo e innovative forme di estremismo.

In realtà, si iscrive all’interno di una identificazione di nuove minacce che in ambito accademico prosegue da vari anni e che vede per questa tipologia di estremismi differenti etichette come per esempio cumulative extremism, reciprocal radicalisation, salad bar extremism e la più recente sistematizzazione MUU – Mixed Unclear Unstable extremism.

Nulla di così nuovo da una prospettiva teorica, se non la constatazione di alcuni elementi che emergono ormai chiari da questo drammatico evento:

  1. la sottovalutazione della minaccia che arriva forte e chiara: le società europee e occidentali in generale sono interessate da processi di radicalizzazione ed estremismo che dopo il 2020 hanno assunto forme sempre più variegate e di difficile interpretazione, se non ancorate a un insieme di strumenti teorici e metodologici che siano in grado di intercettare le possibili e potenziali minacce superando le prospettive di comprensione attuali, non più efficaci;
  2. stereotipi e pregiudizi sono emersi come predominanti la prima comunicazione pubblica dell’evento e la targa di IS è risuonata più volte su vari media: normale in quanto se non si è preparati e aperti a forme culturali nuove di estremismo, si àncora l’evento a ciò che si conosce e quindi si riconduce la comprensione dei fatti a una trama nota nella quale potersi ritrovare cognitivamente. Interessante ma ancora da chiarire, quanto questi stereotipi e pregiudizi giochino un ruolo fondamentale anche nella comprensione della minaccia da parte delle agenzie di sicurezza e di chi utilizza i TRA-Is – Terrorism Risk Assessment Instruments – in modo predittivo e per prevenire attentati o azioni malevoli;
  3. un altro elemento da valutare è la portata della dimensione tecnologica nella definizione e interpretazione della minaccia: se pur è vero che viviamo in una dimensione digitale caratterizzata dalla commistione di elementi off-line e on-line, in realtà questo attentato nella sua operatività non ha nulla di tecnologico ma quanto di più banale possibile nella commissione di attentati di questo tipo.

Da considerare quindi quanto il dato di intelligence rilevato dai profili di persone radicali o prossime alla radicalizzazione venga utilizzato e tradotto in possibili forme di reati.

La domanda per chi si occupa metodologicamente e operativamente di questo processo di raccolta e analisi dei dati è come poter tradurre e interpretare in azioni preventive un dato nato nella dimensione on-line ma con chiare implicazioni nella vita off-line? Senza dimenticare la delicata questione politica e come questa entri in modo preponderante nel processo decisionale e interpretativo stesso.

Metodologicamente le analisi SNA et similia necessitano di un cambio di prospettiva: certamente la dimensione relazionale di persone e gruppi estremisti o potenzialmente tali è rilevante per l’informazione di contesto come soggetto attivo che offre, allo stesso tempo torna in modo preminente la necessità di focalizzarsi sulle caratteristiche dei nodi che si intercettano come biografie, orientamenti, prospettive, possibilità concrete di implementare minacce. Senza un’attività di questo tipo significa procedere non considerando elementi significativi che emergono dalla storia personale del singolo e conoscenze che possono influenzare la comprensione di una potenziale minaccia.

Ritorna, pressoché dimenticato a causa della pandemia, il tema della gestione e sicurezza degli spazi in occasione di eventi pubblici: questione in genere considerata in prossimità di grandi eventi ad alta risonanza mediatica e politica, dimentica invece in occasioni locali come, per esempio, l’evento dell’attentato in discussione. Un altro aspetto questo che evidenzia come la dimensione fisica non possa essere sottovalutata ma debba convivere ed essere adeguatamente considerata insieme ad altre dimensioni della vita contemporanea.

Questa volta, come molte altre purtroppo, ci sono lezioni da apprendere ed eredità per la comprensione e gestione futura di queste nuove forme di terrorismo che non rispondono perfettamente all’immagine di minaccia che i sistemi sociali, tecnologici e politici hanno codificato in precedenza e faticano ad adattare a un nuovo ambito e a nuove forme di rischi promosse da un cambio di contesto socioculturale, come quello in essere da anni in Europa.  

Ci sarà molto lavoro per tutti coloro coinvolti in vari settori e differenti livelli nell’analisi e interpretazione di minacce che assumono sempre più la caratteristica di una multipolarità digitale che dovrà necessariamente riflettersi in nuovi approcci e strumenti per la sua prevenzione e controllo.

Prospettive queste anticipate e approfondite in occasione di questa pubblicazione: https://www.itstime.it/w/radicalizzazione-estremismi-e-nuove-minacce-nuova-pubblicazione-a-cura-di-b-lucini/