Conferenza Paneuropea sulla crisi migratoria (Lubiana) – by Laris Gaiser
Il primo giorno di dicembre Laris Gaiser (ITSTIME) ha presieduto e coordinato una serata di approfondimento sulle conseguenze della crisi migratoria in atto presso la Facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Lubiana (Slovenia). La tavola rotonda organizzata dal Movimento Paneuropeo ha visto intervenire il Prof.Carlo Pelanda, direttore del programma di geopolitica economica presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma, il prof. Bashar Ibrahim Al Hadla esperto di relazioni del Medio Oriente nonché linguista attualmente di stanza nella zona balcanica e Ribal Al Assad, cugino del presidente siriano ma al tempo stesso rappresentante del filone democratico della famiglia. Nel suo discorso Al Assad, in qualità di presidente dell’Organizzazione per la Libertà e la Democrazia in Siria , ha evidenziato che nel suo Paese attualmente non esistono delle sane forze di opposizione in quanto non sarebbero state sufficientemente sostenute a livello internazionale all’inizio della protesta politica contro il regime e successivamente sopraffate dai gruppi islamisti. Per il rappresentante Siriano non esiste un “buon islamismo” o un “cattivo islamismo”. L’islamismo attualmente espresso dai gruppi fondamentalisti è per Ribal Al Assad un male peggiore di quanto lo fosse il Nazismo nel passato e non si può accettare che il gen.Petraeus suggerisca un’alleanza strategica con al Nusra – erede di Al Quaeda- per combattere lo Stato Islamico.
Il Prof. Al Hadla ed il Prof. Pelanda hanno concordato nel fatto, che l’ISIS rappresenta un problema più politico che militare in quanto l’entità terrorista è stata finanziata e creata in modo da impedire la congiuntura sciita tra Iran e Siria. L’ISIS rimescolando le carte geopolitiche nella regione si pone come un sistema cuscinetto benvenuto a molti Stati.
Al Hadla ha spiegato che la maggior parte dei migranti che passa dai Balcani e che risulta economicamente benestante non sono altro che milizie sciite provenienti dalla regione dell’Iraq. Queste, arricchitesi derubando case e beni altrui nel Paese d’origine, hanno come meta finale la Germania e la Svezia le quali però hanno dato vita a un sistema efficace di riconoscimento e scrematura delle persone.
Alla serata è intervenuto anche il Segretario di Stato al Ministero degli Affari Interni della Repubblica di Slovenia Bostjan Sefic. Il suo discorso era assai atteso dal pubblico e dai giornalisti in quanto giungeva a poche ore di distanza dal vertice europeo in cui si è deciso di sostenere la Turchia con tre miliardi di euro e la Slovenia, momentaneamente rappresentante il confine di Schengen maggiormente sotto pressione nei Balcani, con sei milioni di euro. La Slovenia riceve un flusso migratorio giornaliero tra i 6.000 e i 9.000 migranti al giorno con picchi fino a 13.000. Facendo una proporzione con il numero di abitanti del piccolo stato centro europeo è come se la Germania ricevesse mezzo milione di persone al giorno oppure due milioni gli Stati Uniti d’America.
Il Segretario di Stato ha sottolineato che i pesanti processi migratori di questi mesi sono la conseguenza di una ristrutturazione geopolitica del mondo. Secondo il rappresentante del governo di Lubiana è in pieno corso la ridefinizione delle sfere di influenza nel mondo e per tanto si stanno formando nuovi centri di potere politico ed economico mentre quelli già esistenti stanno cercando di cogliere l’occasione per aumentare la propria forza anche con l’accettazione di nuova forza lavoro.
E’ stato questo un punto sottolineato anche dal Prof.Pelanda il quale vede nel nuovo fervore internazionale della Germania e nelle dichiarazioni della Cancelliera tedesca la ricerca di una nuova legittimazione del potere basato sull’etica.
Per il Segretario di Stato del Governo Sloveno l’Unione Europea ha mostrato troppe crepe in questi mesi. Il problema si deve riscontrare sia nella mancanza di unità dei membri dell’UE nelle relazioni verso Paesi terzi sia nel sistema decisionale da aggiornare urgentemente rimodellandolo in maniera tale da permettere una maggiore presenza di politici – ovvero veri statisti – alla guida delle funzioni principali dell’Unione. “Solamente un numero più consistente di persone di coraggio, con una visione chiara, capaci di assumersi la responsabilità di decisioni difficili potrà salvare le istituzioni europee comuni da crisi ancora maggiori”.
La Slovenia si dice pronta ad aiutare la Grecia e l’Italia nella ricollocazione dei rifugiati e soprattutto desidera collaborare fattivamente nella sempre più attuale discussione sull’aggiornamento del sistema Schengen.